Si fanno chiamare “La Compagnia degli artisti distratti”, ma distratti non lo sono per niente: anche quest’anno, come da oltre un decennio, con il loro spettacolo teatrale hanno raccolto, insieme a tanti
applausi e risate, una somma da destinare ai ricercatori della Fondazione Ieo, l’Istituto europeo
di oncologia che ha sede a Milano. Attentissimi dunque alla realtà, alla sofferenza di chi vive il dramma della malattia, e ben consapevoli di quanto sia importante alimentare la speranza, per tre sere si sono esibiti al Teatro dell’Immacolata, nell’omonima piazza vomerese, dando prova ancora una volta della loro bravura. Affiatati, divertenti, credibili, hanno rappresentato un classico della tradizione teatrale
napoletana, la commedia “Caviale e lenticchie” di Scarnicci e Tarabusi interpretata in passato da mostri sacri come Nino Taranto, Regina Bianchi, Aldo
Giuffré.
Lea Murano, Valentina Cerino,
Carmine Gammaro, Anna
Scardi, Rossella Argo, Roberto
Cesiano, Ugo Bardi, Salvatore
Grasso, Maria Rosaria Lazzaro,
Maria Teresa Sisto, Max Del
Giudice, Pasquale Cerino, Enzo
Viscovo, Enzo De Nicola, Fabio
Linardi (in rigoroso ordine di
apparizione) attori professionisti
non sono, ma il teatro ce
l’hanno nelle vene: nulla nei loro
spettacoli è lasciato al caso,
passione ed entusiasmo, ma anche
attenta preparazione trasudano
ad ogni scena. Tra loro ci
sono avvocati, insegnanti, manager
pubblici e privati, medici:
amici che vivono in diversi quartieri
della città e che si ritrovano
la sera per provare, scegliere i
costumi (affidati al Laboratorio
Pennacchio), mettere a punto la
scenografia (firmata da Giovanni
Balzano) e così via. «Un impegno
faticoso, ma irrinunciabile
», raccontano: «Non solo perché
è appagante il divertimento
del pubblico e recitare è la nostra
passione,ma perché sentiamo
l’importanza dell’obiettivo
di solidarietà, intorno al
quale ci interessa coinvolgere
il maggior numero
di persone possibile». A
Milano, nel grande ingresso
della sede Ieo, c’è
un Albero della vita: su
ogni foglia è inciso il nome
di un donatore stabile,
e il nome della Compagnia
degli artisti distratti
– che distratti non sono – su una
di esse campeggia da anni. A
questo va l’applauso più caldo e
convinto.