L’emergenza povertà è aumentata a Napoli ma non riguarda solo i bisogni materiali. L’incremento della popolazione indigente è un dato oggettivo, come ha documentato l’assessore comunale al Welfare, Luca Trapanese, che ha registrato la presenza di 1830 nuovi poveri nel capoluogo partenopeo ma, questi numeri, per chi tende ogni giorno la mano ai più bisognosi, rivelano una seconda dilagante emergenza, Per Suor Marisa Pitrella, direttrice della Caritas Diocesana di Napoli, dietro le cifre drammatiche della povertà partenopea, c’è anche «il bisogno crescente di essere ascoltati e non sentirsi soli perché, oggi, la paura ha allontanato le persone. Il costo della vita è aumentato e molte persone che prima riuscivano a sostenere le spese quotidiane, ora non ce la fanno più», spiega Suor Marisa che parte dalla «necessità di sostenere chi è in condizioni di povertà alimentare ed economica». Si tratta di una platea che si è tragicamente allargata inglobando la categoria dei «nuovi poveri» come tanti padri separati che non riesco ad arrivare a fine mese, anziani che sopravvivono a fatica con le pensioni sociali oppure le famiglie che, nonostante i sacrifici, non son più nelle condizioni di assicurare i beni di prima necessità ai loro figli.