In Italia i reparti ospedalieri ricominciano a riempirsi in varie Regioni e la situazione e’ analoga in molti Paesi europei, ma e’ in Cina che il virus
SarsCoV2 spaventa maggiormente per una recrudescenza dei contagi
che ha fatto scattare un nuovo lockdown per 42 milioni di
persone.
La Cina ha infatti registrato lunedi’ altri 5.280 nuovi casi
di Covid, piu’ che raddoppiando i 2.343 contagi di domenica, un
dato che aggiorna i massimi degli ultimi due anni, dalla crisi
di Wuhan. Il balzo record, rispetto ai numeri finora registrati,
e’ stato alimentato dall’impennata di focolai di Omicron a
livello nazionale, con oltre 3.000 trasmissioni domestiche nella
provincia di Jilin, da ieri ufficialmente in lockdown. In
totale, tra la citta’ di Shenzhen e l’intera provincia del Jilin,
i cinesi in lockdown sono saliti attualmente a 42 milioni.
La curva epidemica mostra un’inversione di tendenza, come
rilevato dall’Istituto superiore di sanita’ nell’ultimo
monitoraggio settimanale, anche in Italia. Ed a preoccupare
maggiormente sono i dati relativi alle ospedalizzazioni, mentre
continuano a salire contagi e decessi nelle ultime 24 ore, come
evidenzia il bollettino giornaliero del ministero della Salute.
Sono infatti 85.288 i nuovi casi in un giorno (ieri erano stati
28.900), mentre le vittime sono 180 (ieri erano state 129). Il
tasso di positivita’ , su 587.015 tamponi effettuati, e’ al 14,5%,
in leggero aumento. Sono invece 502 i pazienti ricoverati in
terapia intensiva, 16 in meno rispetto a ieri nel saldo tra
entrate e uscite, ed i ricoverati nei reparti ordinari sono
8.473, ovvero 5 in piu’ rispetto a ieri.
Attualmente, secondo i dati dell’Agenzia nazionale per i
servizi sanitari regionali (Agenas) del 14 marzo, l’occupazione
dei posti nei reparti di area non critica da parte di pazienti
Covid e’ stabile al 13%, a livello nazionale, ma a livello
giornaliero cresce in 10 regioni: Calabria (al 29%), Campania
(14%), Liguria (16%), Lombardia (8%), Marche (16%), Molise
(14%), Sardegna (20%), Sicilia (23%), Toscana (13%), Umbria
(25%). Anche l’occupazione delle intensive e’ stabile al 5% a
livello nazionale, mentre esattamente un anno fa era in
crescita, arrivando a quota 34%.
Pesa, inoltre, il rallentamento della campagna vaccinale,
soprattutto tra i piu’ piccoli. In Italia infatti, ha
sottolineato il presidente del Consiglio Superiore di Sanita’
Franco Locatelli, quasi il 50% dei bambini nella fascia d’eta’
5-12 anni non ha ancora ricevuto la vaccinazione anti Covid-19,
segno che probabilmente, ha commentato, “la comunita’ scientifica
non e’ stata abbastanza efficace nel convincere i genitori dei
benefici derivanti dal vaccino”.
Una annotazione nei confronti del nostro Paese arriva infine
dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle
malattie (Ecdc): in Italia i dati sul tracciamento dei casi
Covid sono stati raccolti in formati differenti e questo ha
allungato i tempi di analisi e creato diverse incongruenze nella
raccolta, e’ la valutazione fatta dall’Ecdc dopo aver esaminato
il tracciamento in Spagna, Irlanda e Italia.