“Nonostante rappresentino oltre la meta’ dei laureati in Italia (58,7%), sono ancora troppo poche le ragazze che scelgono un indirizzo di studi nelle materie scientifiche. Nel 2020 solo il 18,9%, si e’ laureata in una di
queste materie contro il 39,2% dei ragazzi e, se si guarda alle
lauree in informatica, il dato scende al 15% (Fonte: Almalaurea,
XXIII Indagine sul Profilo dei Laureati, dati 2021). Eppure le
competenze Stem saranno indispensabili per il futuro del lavoro;
gia’ oggi l’84% dei datori ha in agenda la digitalizzazione
dell’azienda e il 50% l’automazione di alcuni settori”. Sono i
dati evidenziati, nella Giornata internazionale delle Donne e
delle Ragazze nella scienza, da Valore D, la prima associazione
di imprese in Italia che dal 2009 si impegna per l’equilibrio di
genere nel nostro Paese.
Nell’occasione della Giornata, Valore D lancia una campagna di
sensibilizzazione, #ValoreD4STEM, “una campagna di opinione sul
tema cruciale, ma troppo spesso dimenticato, della
partecipazione delle donne al mondo scientifico” a partire da
un video emozionale che pone l’accento “sulla necessita’ di
invertire la narrazione fin troppo consolidata che allontana
donne e ragazze dai settori legati alla scienza e incoraggiarle
nello studio delle materie Stem”.
Pesa infatti, spiega una nota di Valore D, “un pregiudizio che
si plasma sin da piccole quando, gia’ intorno ai 6 anni, le
aspirazioni lavorative vengono influenzate da stereotipi di
genere che si ripercuotono sulle scelte future e influenzano
anche la selezione nel mercato del lavoro. I dati dall’Eige,
l’Istituto Europeo per la parita’ di genere, parlano chiaro: solo
due impieghi su dieci nel settore Ict, tecnologie
dell’informazione e della comunicazione sono occupati dalle
donne”.
“Il pregiudizio che vuole le ragazze non portate per le materie
scientifiche – commenta Barbara Falcomer Direttrice Generale
Valore D – e’ purtroppo ancora molto diffuso ed e’ necessario
cambiare questa narrazione, non solo perche’ non corrisponde a
verita’ , ma soprattutto perche’ crea disparita’ di opportunita’
nell’accesso a quelle professioni che sono sempre piu’ richieste
dal
mercato”.
Dello stesso avviso anche Amalia Ercoli Finzi, una delle
maggiori esperte di Ingegneria Aerospaziale: “C’e’ bisogno di
donne che operino nell’ingegneria, nella ricerca scientifica,
esperte in matematica e soprattutto nelle tecnologie, perche’
queste, le
Stem, sono gli spazi in cui si articolera’ il nostro futuro e
esserne tagliate fuori vuol dire consegnare ad altri, gli
uomini, il potere di costruirlo come vorranno”.
Secondo l’indagine #ValoreD4STEM promossa da Valore D tra 61
aziende del network, la scuola gioca un ruolo fondamentale dal
momento che “oltre il 62% delle rispondenti aveva una
predilezione per queste materie gia’ sui banchi di scuola e il
20% ha incontrato sulla sua strada un/una docente che le ha
fatte appassionare alle Stem”. Favorire la presenza femminile
negli ambiti Stem, conclude Valore D, avrebbe effetti positivi
per l’economia: sempre l’Eige stima che colmare il divario fra
uomini e donne nelle professioni tecnico-scientifiche
contribuirebbe a una crescita del PIL europeo pro- capite del
2,2-3% nei prossimi 30 anni.