«Il dramma sociale delle occupazioni, senza titolo, di abitazioni private o di edilizia residenziale pubblica, ad opera di singoli e famiglie, molto spesso legati a contesti mafiosi o, comunque, delinquenziali, ha assunto una rilevanza ormai nazionale. Da Nord a Sud si susseguono episodi che, dopo l’iniziale risalto mediatico, cadono nell’oblio lasciando i diretti protagonisti privi di alcuno strumento giuridico per difendersi. Per questo motivo, l’ufficio studi delle Camere penali del diritto europeo e internazionale si rivolge al legislatore offrendo una propria proposta normativa, ribattezzata “legge salvatetto”, in grado di colmare la lacuna legislativa ad oggi esistente su questo specifico tema».
A dirlo è Alexandro Maria Tirelli, presidente delle Camere penali del diritto europeo e internazionale, già commentatore per la Bbc e per il New York Times su temi di attualità e di politica giudiziaria.
«La proposta di legge, di cui nei prossimi giorni invieremo copia ai leader politici, trae spunto dalla cosiddetta “legge del castello” anglosassone nel senso di prevedere una scriminante per gli atti di tutela contro le aggressioni della proprietà privata sul principio dello “stand your ground” americano».
«Il che significa la previsione di una norma incriminatrice con titolo di reato autonomo per “occupazione illecita di abitazione di uso civile”. Tale norma, da considerarsi a tutela di beni giuridici essenziali e per contrastare condotte di allarme sociale elevato, dovrà essere caratterizzata da 5 elementi: A) procedibilità di ufficio; B) arresto obbligatorio e imposizione obbligatoria della custodia cautelare; C) minimo pena edittale 4 anni; D) specificazione di aggravante speciale nel caso la vittima sia persona ultrasessantenne, incapace, o in stato di precarietà; E) inclusione del reato nella lista 4bis (reati ostati in condanna detentiva non sostituibile con misure alternative: es. domiciliari, obbligo di firma etc…)».
«In pratica, chi occupa un’abitazione altrui finisce in carcere», conclude il presidente Tirelli. «Il problema dei ladri di case non si può risolvere con gli strumenti odierni del codice penale né tanto meno con quelli del codice civile. È necessaria una risposta forte dello Stato per reprimere reati di eccezionale allarme sociale che colpiscono i più deboli».