Rafforzare il dialogo tra impresa, mondo accademico e istituzioni, per promuovere la ricerca e
l’innovazione sulla transizione ecologica del Made in Italy e
della moda. Questo l’obiettivo del Polo della Manifattura
Sostenibile in Campania, nato su impulso di Claudio Giaquinto,
direttore industriale di P&C Srl, presentato nella Sala Convegni
della Giunta Regionale con interventi anche di Francesco
Picarone, consigliere regionale e Presidente della Commissione
Bilancio, Danny D’Alessandro, Direttore Generale Assopellettieri
Italia, Carlo Palmieri, Vice Presidente Sistema Moda Italia
(Confindustria Moda).
Nel documento programmatico e’ evidenziata la partecipazione del
Dipartimento di Ingegneria Chimica dei Materiali e della
Produzione Industriale dell’Universita’ degli Studi di Napoli
“Federico II”, nelle persone dei professori Luigi Carrino e
Paolo Netti, e del Dipartimento di Ingegneria Industriale
dell’Universita’ degli Studi di Salerno, grazie all’impegno dei
professori Roberto Pantani e Gaetano Lamberti.
Si lavorera’ cosi’ per ottenere i primi prototipi da testare e
avviare il processo di industrializzazione volto alla produzione
di accessori non piu’ in pelle animale ma in materiali
sostenibili. In tal senso la ricerca del Dipartimento Unisa e’
gia’ centrata sulla realizzazione di tessuti sostenibili ottenuti
dagli scarti dei prodotti ortofrutticoli, mentre quella alla
Federico II dalle cellule animali.
Il Polo sara’ strutturato come societa’ consortile nel quale
confluiranno in primis le universita’ , le imprese di tutto il
comparto manifatturiero – quindi non solo pelletteria ma anche
il tessile e il calzaturiero – e anche rappresentanti di
categoria come Assopellettieri e Confindustria Moda. Questo per
riuscire ad aumentare la capacita’ di sviluppare progetti di
ricerca competitivi.
Infatti, all’interno della sede, che sara’ degli stabilimenti
della P&C, verranno trasferiti laboratori con strumenti e
macchinari innovativi in intesa con i due dipartimenti
universitari che metteranno a disposizione dei dottorandi che
porteranno avanti le attivita’ di ricerca in sinergia con
l’impresa. Il frutto di tali ricerche sara’ il via ad un brevetto
cointestato tra universita’ e privato, in misura proporzionale
all’effettivo contributo.