Tre gemelli con un solo obiettivo, e altre tre fratelli nati lo stesso giorno a tifare per loro da
casa. Nell’incredibile storia della famiglia Vanhove quello che
alla nascita, nell’agosto di 38 anni fa, sembrava un bivio
sbagliato si rivela oggi un’eccezionale rivincita sul destino.
La vicenda dei tre ‘gemelli’ del goalball e’ l’emblema stesso
del Paralimpismo, la difficolta’ trasformata in opportunita’.
Per Bruno, Tom e Arne Vanhove e’ quella di portare il Belgio
in vetta al mondo nel goalball alle Paralimpiadi di Tokyo 2020.
I gemelli-giocatori nel loro Paese fecero gia’ notizia alla loro
nascita. Tre di un eccezionale parto di sei gemelli quando la
loro famiglia ne aspettava ‘solo’ quattro. Nati prematuri di due
mesi, una sofferenza di ossigeno provoco’ a loro tre – e non agli
altri tre – una retinopatia con disabilita’ visiva fin dalla
nascita. Nel 1995, il club di Bruges, dove sono nati, fece
visita alla famiglia e fece conoscere a tutti questa disciplina
per ciechi. I fratelli praticavano la maggior parte degli sport
nel loro giardino: “Penso che sia di aiuto essere parte di sei
fratelli – ha raccontato Tom – e lo sport e’ sempre stata la
nostra passione”.
“L’unico sport con una palla e una squadra, in Belgio a quei
tempi era il torball (un gioco simile al goalball, ndr), quindi
quella era l’unica scelta che avevamo”, ha aggiunto Bruno. È
stato lui il primo ad essere selezionato dalla Nazionale belga,
partecipando cosi’ ai Giochi di Pechino 2008. Il suo esempio e’
stato raccolto poi dal fratello Tom, che si e’ unito alla banda
poco dopo e ha partecipato con Bruno a Londra 2012. Per Tokyo
2020, dove Bruno e’ stato scelto come portabandiera del Belgio
mentre Tom e’ in lizza per entrare a far parte del Consiglio Ipc
in quota atleti, c’e’ anche Arne alla sua prima esperienza
paralimpica dopo aver mollato lo sport per concentrarsi negli
anni sugli studi e poi sul lavoro. In Giappone, il trio Vanhove
ha portato i ‘Belgian Bulls’ a qualificarsi per i quarti di
finale, con in palio la possibilita’ di raggiungere una storica
medaglia in questa disciplina esclusivamente paralimpica, dopo
aver conquistato il bronzo negli ultimi Campionati mondiali di
goalball della International Blind Sports Federation (IBSA) del
2018. Si gioca in un campo indoor con due grandi porte alle sue
estremita’ , tre giocatori per squadra (e altri tre a rotazione,
piu’ due riserve) e una palla con dei sonagli da lanciare in
traiettorie ardite capaci di sorprendere i portieri avversari.
In campo si va rigorosamente con delle protezioni visive che
mettono tutti nelle stesse condizioni indipendentemente dal
grado di cecita’ : “Essere qui ai Giochi Paralimpici e’ un
traguardo e qualcosa di cui siamo orgogliosi”, ha ammesso Bruno.
Il trio Vanhove e’ affiatatissimo, tuttavia non dimentica mai
di menzionare i compagni: “Siamo sempre stati concentrati sulle
prestazioni, indipendentemente dal fatto che siamo fratelli,
perche’ ci sono altri compagni di squadra che si allenano giorno
dopo giorno ogni settimana – ha detto Bruno – Anche loro sono
amici, quasi familiari”. La squadra e’ talmente affiatata che
alla fase a eliminazione diretta ha battuto gia’ Cina e Turchia,
e ora spera di portare a casa una storica medaglia per il
Belgio: “Sarebbe una cosa molto importante, ma restiamo con i
piedi per terra”, si dice sicuro Arne. “Il nostro obiettivo e’
vincere i quarti di finale, e da quel momento in poi tutto sara’
come una vittoria per noi”.