Sono aperte fino al 4 ottobre le iscrizioni alla settima edizione del master universitario di
primo livello ‘Vini italiani e mercati mondiali’, organizzato
dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, in maniera congiunta
con l’Universita’ di Pisa, l’Universita’ per Stranieri di Siena,
l’Universita’ di Siena, in collaborazione con l’Associazione
italiana sommelier (Ais).
Il master forma una figura professionale che, grazie alle
conoscenze dei principi della produzione vitivinicola, dei
meccanismi e strumenti della comunicazione e marketing, nonche’
delle tecniche di degustazione sviluppate durante le attivita’
didattiche, e’ in grado di contribuire alla diffusione della
conoscenza dei vini italiani all’estero, alla loro promozione e
affermazione sui mercati mondiali, considerando sia quelli
consolidati sia quelli in espansione, con una particolare
attenzione su paesi ’emergenti’. Il master e’ diretto a laureati
di primo livello in viticoltura ed enologia, in discipline
agrarie-alimentari, economiche, di comunicazione e di marketing
o a laureati di primo o secondo livello in altre discipline
attinenti al profilo professionale da formare. La richiesta di
ammissione e’ aperta anche a laureandi, i quali abbiano terminato
gli esami di profitto prima dell’inizio delle lezioni e che
prevedano di acquisire il titolo di accesso nel corso delle
attivita’ didattiche del master. “Nonostante le naturali
oscillazioni, l’Italia continua a mantenere la leadership
mondiale in termini di produzione di vino che, anche nella
vendemmia 2020, sfiora i 50 milioni di ettolitri – commenta il
direttore del master, Pietro Tonutti, docente di viticoltura
alla Scuola Superiore Sant’Anna -. Un interessante trend, che
puo’ avere riflessi a livello di mercati internazionali, e’ il
fatto che i vini bianchi continuano ad essere prevalente sui
vini rossi, raggiungendo il 57% della produzione totale. Un
altro elemento di interesse e’ senz’altro rappresentato dal
consolidamento delle produzioni Doc/Docg che rappresentano quasi
il 45% della produzione totale. Poco meno della produzione
nazionale e’ destinata al consumo interno ed e’ quindi
fondamentale perseguire politiche e strategie di consolidamento
del trend positivo dell’export che, pur avendo evidenziato una
lieve flessione nel 2020 rispetto all’anno precedente, dovuta
anche ad aspetti legati alla pandemia Covid-19, si attesta
attorno ai 6.3 miliardi di euro”.