Nuovi criteri per analizzare i tamponi, sequenziamento e un ritmo piu’ serrato per le
vaccinazioni: sono queste, accanto alle irrinunciabili
mascherine, le armi piu’ efficaci per riuscire a mettere
all’angolo la variante Delta del virus SarsCoV2, quella che
nella vecchia terminologia era indicata come la variante
indiana. La sfida e’ riuscire a evitare quanto sta accadendo in
Gran Bretagna, dove la variante Delta ha ormai soppiantato la
vecchia variante Alfa (l’inglese nella vecchia terminologia).
“La variante indiana ci insegna che dobbiamo migliorare il
sequenziamento”, ha osservato il sottosegretario alla Salute
Pierpaolo Sileri. Ottenere le sequenze genetiche del virus
significa infatti poter seguire in diretta le varianti in
circolazione. In Italia questo sarebbe stato il compito di un
consorzio che, ha detto Sileri, “non e’ partito”, ma “la rete di
laboratori e’ stata creata e sappiamo che si stanno aggregando”,
anche se “servono piu’ fondi”: si tratta di raddoppiare i 15
milioni di euro previsti inizialmente. Per Sileri e’ poi chiaro
che si deve “correre con le seconde dosi” dei vaccini.
In attesa che il programma nazionale di sequenziamento
decolli, l’obiettivo e’ utilizzare al meglio gli strumenti gia’
disponibili, come l’analisi dei tamponi: e’ il virologo Francesco
Broccolo, dell’Universita’ di Milano Bicocca, a lanciare un
appello per promuovere nuovi criteri di analisi. La procedura
attuale consiste nel fare il tampone e, se positivo e con
un’alta carica virale, si procede a un secondo test, specifico
per verificare la presenza della variante Alfa. “Questo andava
bene mesi fa, quando era un’eccezione trovare la variante Alfa,
ma oggi la variante Alfa e’ presente nel 95% tamponi positivi”,
osserva Broccolo. Vale a dire che “Alfa e’ ormai il nuovo virus
di base”, che ha sostituito la versione del virus SarsCoV2 piu’
diffusa fino a qualche mese fa.
Quanto ai vaccini, per il virologo si deve considerare che
in Italia “i vaccinati con una doppia dose sono il 25% e il 50%
ha avuto solo la prima dose: questo significa che in estate il
virus potrebbe trovare una via d’accesso e che la situazione
potrebbe essere piu’ grave che in Gran Bretagna perche’ siamo
ancora indietro nella campagna vaccinale”. C’e’ anche il rischio
che durante l’estate viaggi e spostamenti possano favorire la
comparsa di nuove varianti e “rendere necessario mettere a punto
un nuovo vaccino”. Per questo, “e’ ancora molto importante
continuare a usare le mascherine, rispettare il distanziamento,
disinfettarsi e lavarsi le mani”.
Nel frattempo continuano ad arrivare nuovi dati
sull’efficacia dei vaccini contro le varianti, anche se sono
ancora pochi per avere un quadro preciso. Per esempio, l’azienda
americana Novavax ha comunicato che il suo vaccino e’ efficace
oltre il 90% contro il virus, incluse le sue varianti; la Pfizer
ha fiducia nell’efficacia del proprio vaccino nei confronti
della variante Delta (B.1. 617. 2), ma allo stesso vaccino
potrebbero sfuggire le varianti Alfa e Beta (ex sudafricana)
secondo la ricerca pubblicata sulla rivista Nature Medicine
dall’Universita’ israeliana di Tel Aviv. In generale, pero’ , i
vaccini restano un’arma cruciale contro le varianti perche’
riescono a potenziare molti l’efficacia degli anticorpi, come
indica la ricerca pubblicata su Nature dalla The Rockefeller
University di New York.