La denuncia è di Carlo Mele, delegato regionale della Caritas per la Campania, a pochi giorni dalla presentazione ufficiale del nuovo Rapporto sulle povertà destinato a far discutere anche più del solito. Una situazione d’allarme, già oltre i livelli di guardia ben prima del Covid, ma che oggi è diventata insostenibile. «Che cosa paghiamo a fare un “sistema sociale” se al momento opportuno non c’è mai nessuno? – si domanda Carlo Mele -1 servizi pubblici sono inesistenti, Da quando c’è il virus poi non ne parliamo. Quando qualcuno – miracolosamente riesce ad accedere a una struttura, o a un ufficio, che dovrebbe offrire qualche prestazione, la risposta è sempre una sola: “chi vi ha fatto salire? Qua non potete stare”.Uno scandalo, una vergogna, una mancanza assoluta, rispetto alla quale nessuno sembra mostrare interesse perché tanto, alla fine, c’è sempre la Chiesa, e c’è la Caritas, ci sono i volontari e il grande mondo della solidarietà che, nei limiti del possibile, contribuisce a riempire quelle falle lasciate dalle istituzioni. «Ne volete un’altra? – dice il delegato lo scorso gennaio abbiamo mandato una lettera all’assessore regionale alle Politiche sociali, Lucia Fortini. Volevamo sapere in che modo si intendeva procedere per le vaccinazioni anti Covid ai senza dimora. Sì, gli invisibili, gli emarginati, quelli che non interessano a nessuno. Si ammalano anche loro, lo sapete? E anche loro portano il virus in giro». Sono passati quasi cinque mesi dal giorno in cui è stata inviata quella richiesta e da palazzo Santa Lucia nessuna risposta, «Ci dissero che si dovevano organizzare, ci dovevano pensare. Stiamo ancora aspettando». Se non si intende farlo per un senso di umanità, bisognerebbe spiegare all’assessore – o a chi per lei – che proteggere loro, quelli che Carlo Mele chiama gli “invisibili”, significa protegge re di conseguenza anche tutti noi. È chiaro che vive per strada, senza protezioni, rischia più degli altri di ammalarsi e portare il virus in giro per la città. «Vaccinare loro è indispensabile. – aggiunge il delegato – Senza contare che ridurre la circolazione del Covid in certi ambienti, per noi vuoi dire anche conservare i servizi e proteggere i nostri operatori che sono in prima linea. E torniamo sempre allo stesso punto: senza il volontariato, sui nostri territori, chi fa il lavoro sociale? D’altronde non sembra un’operazione particolarmente complicata quella di mandare nei dormitori napoletani un medico e un infermiere e procedere alla vaccinazione degli ospiti che poi non sono neanche tantissimi. «È l’unico sistema – assicura Mele raggiungerli da noi e procedere alle somministrazioni. D’altronde come potremmo vaccinare queste persone in modo diverso? Pensiamo che possano iscriversi a una piattaforma? Non sanno neppure di cosa parliamo. Di gente che non ha nulla, figuriamoci un computer o uno smartphone.Intanto, il Rapporto Caritas per la Campania è quasi pronto, Manca ancora qualche dato, poi la presentazione ufficiale in programma di qui a pochi giorni. «Un anticipazione? Eccola: la situazione è allo stremo. II numero dei poveri è raddoppiato a fronte di una inefficienza istituzionale devastante. Alle solite emergenze se n’è aggiunta pure un’altra, quella di natura relazionale e psicologicca.