“L’industria del turismo italiano e’ ad un bivio storico, le scelte che il Governo si accinge a
prendere in tema di sostegni e ristori saranno determinanti per
la sopravvivenza stessa di tutto il comparto costituito da
386.000 imprese che generano 232 miliardi di contribuito al Pil
italiano”. Lo dichiara in una nota il vertice di Federturismo
Confindustria.
“L’8% delle imprese turistiche italiane – continua – e’ gia’
scomparso (Fonte Nomisma) a causa della pandemia e delle misure
di sostegno insufficienti ma un altro 30% rischia di non
riaprire piu’ nel corso del 2021 se le indiscrezioni circolate
nelle scorse ore sui meccanismi di sostegno verranno confermate.
E’ quindi indifferibile l’apertura di un confronto diretto con
le imprese del settore per costruire un meccanismo che sia di
reale impatto per la sostenibilita’ economica di intere filiere
produttive”.
E sottolinea: “Il limite dei 10 milioni di euro per l’accesso ai
ristori a fondo perduto comporta l’esclusione di gran parte
delle piu’ importanti imprese turistiche nazionali. Il meccanismo
di calcolo inoltre, per come ipotizzato, porta a ristori
talmente esigui da non consentire nessun tipo di supporto reale.
Va anche esteso il limite dei 6 anni per la restituzione dei
prestiti garantiti dallo Stato e portato ad almeno 15 anni per
ridare ossigeno e prospettive di recupero ad un settore che
nelle migliori previsioni tornera’ ai tassi di crescita del 2019
solo dal 2025”.
“In questo senso apprezziamo e condividiamo la richiesta che
l’Abi ha fatto pochi giorni fa al Governo e alle Istituzioni
europee per rivedere i meccanismi di supporto alla liquidita’
anche intervenendo sulle attuali regole del Quadro Temporaneo
della Commissione europea sugli aiuti di Stato” conclude.