Parrucchieri, barbieri e centri estetici annunciano la protesta organizzata per lunedì mattina in piazza Plebiscito e promettono battaglia, per chiedere aiuti da uno Stato che, dicono, li ha dimenticati del tutto. «Siamo stremati dal balletto di riaperture e chiusure – spiega Peppe Esposito, dell’associazione “Jamme Assieme”- viviamo un enorme disagio in solitudine. Ci hanno chiuso senza nessuna comunicazione sui ristori, al secondo lockdown ci hanno concesso l’apertura, pur avendo lavorato pochissimo non ci siamo lamentati ma ora è troppo, non ce la facciamo più. Lo Stato chiude le nostre attività e all’Inail risultano contagi sotto 1º per cento nei nostri locali». Sono circa ornila gli operatori del settore tra Napoli e provincia. Tutti in difficoltà. Le associazioni di settore e Confesercenti denunciano perdite dal 40 al 70 per cento, il 20 per cento dei negozi non hanno riaperto dopo il primo lockdown e ora un altro 20 per cento rischia di non sopportare l’ennesima chi usura che si annuncia lunga almeno fino a Pasqua. Ieri hanno scritto una lettera al prefetto Marco Valentini chiedendo di essere ascoltati. Fabio Boccarusso, parrucchiere con due negozi a Brusciano e Castellammare medita di chiudere. «Non sappiamo quando riapriremo- spiega – Draghi ha comunicato che l’Italia sarà in rosso fino a Pasqua, presumibilmente ci attendono almeno 4 settimane di chiusura. Eravamo già in difficoltà dopo i due lockdown, abbiamo accumulato debiti che stavamo onorando in questo periodo. Abbiamo impegni anche con i nostri dipendenti, a cui stavamo dando un po’ di liquidità perché la cassa integrazione non arriva. Penso di chiudere, come si può resistere a tante chiusure m un anno con il minimo sussidio dello Stato? Sono scoraggiato non ho più la forza di affrontare tutto quello che mi aspetta. Ho perdite di fatturato del 40 per cento, non ce la farò. Il mio più grande rammarico sono i miei 16 dipendenti». Anche Fabio lunedì sarà in piazza. «Voglio urlare che siamo soli in balia delle onde, non so più se è una questione di coraggio o di forza resistere e re stare aperti. Abbiamo bisogno di aiuto per andare avanti». Biagio Esposito ha un negozio a Bagnoli, lavora come parrucchiere da 23 anni. «Non riusciamo più ad andare avanti, che dobbiamo fare? Abbiamo la nostra dignità, siamo tutti lavoratori onesti ma c’è chi non riesce nemmeno a vivere e non si espone, ci sono tante situazioni tragiche che non merita chi ha lavorato una vita intera». Viviana Vi vi ani è titolare di un parrucchiere e centro di estetica in corso Vittorio Emanuele: «Siamo qui dal 1970 e mai abbiamo vissuto un momento così nero – racconta – il premier Draghi ci ha chiuso e vediamo di continuo assembramenti fuori agli uffici postali, nei supermercati. Ritengo davvero ingiusto chiudere il settore del benessere e bellezza, dove si lavora per appuntamenti e le distanze sono assicurate.