“Ci uniamo a quanto ufficialmente comunicato dal Vescovo della Diocesi di Ventimiglia-San Remo
Mons. Antonio Suetta su quanto avvenuto nel corso della 71/esima
edizione del Festival della Canzone Italiana. Mentre l’umanita’
sta attraversando un periodo caratterizzato dal dolore e dalla
sofferenza a causa della pandemia, sul palco dell’Ariston si e’
raggiunto un livello di dissacrazione, di blasfemia e di
vilipendio della fede cattolica davvero inaccettabile”. E’
quanto denuncia, in una nota, l’Associazione internazionale
esorcisti guidata da padre Francesco Bamonte.
Padre Bamonte attacca le “esibizioni che hanno leso la
sensibilita’ e il credo di milioni di italiani e dei fedeli di
tutto il mondo. Una vera e propria escalation – rimarca -, dalla
trasgressione estrema all’estremismo del “godimento”, il tutto
veicolato da immagini, simboli e testi dove al sacro, e
addirittura ad un “finto sentimento religioso”, si mischia il
demoniaco”. “Basta leggere il testo del monologo andato in onda
in una di queste serate – fa anche notare a proposito di una
delle performance sul palco dell’Ariston – . “Sono il rock and
roll, trasgressione che entra nelle case di mezza America.
Esplicito invito a lasciarsi andare. Una vecchia chiesa
indignata per il credo dell’irriverenza. Nuovo tempio notturno
del giovane e del proibito, tempo di giogo, demonio, divinita’ ,
juke box tappezzato di chiodi, ognuno in rituale con gli altri
in un solo corpo danzante. Carne che chiede carne, uragano nei
desideri sessuali. Scossa nel perbenismo familiare, promessa di
piacere. Il sacro vincolo del godimento. Godere e’ un obbligo.
Dio benedica chi gode”.
“Il tutto – continua la nota – con travestimenti dissacranti,
scimmiottando contenuti, tra i piu’ sacri della fede Cattolica;
dalla corona di spine di Cristo, al suo Sacro Cuore, alla stessa
Vergine Maria, poi diffuse e pubblicate sulle copertine delle
piu’ svariate riviste divulgative di mezzo mondo. Una modalita’
che non fa mistero del suo obiettivo di offendere, ferire e
oltraggiare volutamente il sentimento religioso di chi vive la
sua fede senza ricorrere a strategie di odio e di offesa nel
difenderla. Cosa nasconde tutto cio’ ? Sicuramente niente che
possa essere definito “culturale” e ancor meno “educativo” per
le giovani generazioni, e non solo, sempre piu’ vittime di
messaggi mediatici inneggianti a pseudo-valori di liberta’ e
diritti”.
“Una modalita’ meschina, cinica, e crudele – dice ancora – di
strumentalizzare la fede cristiana con i suoi contenuti
universali per fare spettacolo, ottenere successo, e sbancare in
denaro. Il tutto su un palcoscenico nazional popolare,
attraverso un canale televisivo pubblico, mantenuto con le tasse
dei cittadini e tra questi non pochi credenti. Come cristiani
non possiamo restare semplicemente “senza parole” ma abbiamo il
dovere di far sentire pubblicamente la nostra disapprovazione, e
il nostro sdegno. Non e’ liberta’ di opinione, quella che ferisce
la coscienza altrui, fatta con meditata consapevolezza ed
efferata determinazione”.