A cura di Valentina Busiello e Patrizia Bernardette Berardi:

L’Ingegnere e Architetto Enzo Siviero, Rettore dell’Università eCAMPUS, già Professore Ordinario di Ponti all’Università IUAV, Venezia.
Parlando di professioni di rilievo, abbiamo avuto il piacere di intervistare un prestigioso professionista: il Professore Ingegnere Enzo Siviero, Architetto già docente di Ponti alla Scuola di Architettura di Venezia IUAV, e attuale Rettore all’Ateneo telematico eCAMPUS dal 2016.
Un professionista d’avanguardia e di alte doti, attento al futuro dei giovani, al quale sono stati conferiti il Premio Al Idrisi 2015 e il Premio Capo Circeo 2017 per il suo impegno nel Mediterraneo con il suo progetto di collegamento stabile tra Tunisia e Sicilia denominato TUNeIT.
L’ing. Siviero è stato denominato “Il Poeta dei Ponti” anche per i suoi numerosi premi letterari. Tra i suoi scritti citiamo “IL PONTE UMANO – Pensieri e ricordi in libertà” 2014.

Benvenuto, Professor Siviero, siamo stati coinvolti dalla sua sensibilità, professionalità, passione e amore per quanto svolge e realizza. Ci parla di lei, della sua brillante carriera nell’Ingegneria ma, soprattutto, nel Mondo Universitario?

Ho realizzato molteplici progetti, come si evince dal mio curriculum, molto esteso che illustra quanto svolto fin’ ora. Sono un Ingegnere, laureato nel 1969 presso l’Università di Padova; nel 1972 sono stato chiamato allo IUAV di Venezia dove sono rimasto fino al 2015, anno del mio pensionamento. Sono stato Direttore del Dipartimento di Costruzione dell’Architettura per 13 anni; nel 2016 sono stato eletto nel Consiglio Universitario Nazionale, in rappresentanza dell’Ingegneria Civile e Architettura. Per 6 anni Vicepresidente di questo organismo, seguendo anche altre iniziative culturali legate ai temi del Restauro dei Beni Artistici e al Paesaggio. Dal 2016 sono Rettore dell’Università Telematica eCAMPUS. Pur essendo un ingegnere progettista di Ponti, sono anche autore di numerose poesie sul tema del Ponte e dell’Amore. Proprio per questa mia attività in campo letterario mi definiscono anche “poeta dei ponti”. Da qualche anno raccolgo, in una serie denominata Liber Amicorum allegato alla mia rivista Galileo www.collegioingegneripadova.it, numerose testimonianze di amici colleghi e studenti, che mi gratificano del loro affetto. Ho ricevuto una Laurea Honoris Causa in Architettura dal Politecnico di Bari nel 2009. E’ motivo di orgoglio personale, essendo un titolo accademico onorifico conferito ad una personalità che si è distinta in modo particolare nel corso della propria vita per i progetti dei Ponti. non per mia ammissione, molto belli e prestigiosi. Cito l’ultimo, in appalto a breve, ovvero “il Ponte dei Congressi” a Roma, di cui ho vinto il concorso nel 2000 come capogruppo, per il quale stiamo consegnando in questi giorni gli ultimi elaborati del progetto. Un ponte “ludico” ove i due livelli esaltano la pedonabilità distinta dal traffico viabilistico, con affaccio sul Tevere. Rendering un nuovo ponte fa da cornice al Colosseo Quadrato e la Basilica come unione tra sacro e profano.

Ingegner Siviero, in quali città d’Italia ha realizzato questi prestigiosi Ponti?

Li ho realizzati in prevalenza nel Triveneto: Padova, Venezia, Treviso, Belluno, Udine, Trieste, Trento e Bolzano. Ma anche in Abruzzo, a Pescara, e nel Lazio, a Sgurgola (un comune della provincia di Frosinone) con un Ponte veramente molto particolare, essendo in accostamento con un ponte antico ed un monastero diroccato. Ed ancora a Roma, in località Pietralata, progetto approvato con encomio, per il quale fu tenuto il Forum “Il ponte è paesaggio”, inteso come connessione urbana, per ora in attesa di finanziamento. Ho “salvato” un magnifico Ponte degli anni ‘50 a Gimigliano in Calabria che aveva subito un danno consistente a causa di uno scivolamento di parte delle fondazioni, per il quale abbiamo proposto il ripristino con consolidamento delle parti dissestate.Inoltre, ho ampliato un ponte storico in provincia di Bologna, a Borgo Tossignano, per il quale qualche anno fa abbiamo vinto il primo premio a Porto (Portogallo) al convegno Footbridge 2008. Nel 2020 abbiamo inaugurato a Treviso la passerella ROTAS, un piccolo gioiello incastonato nel verde che supera un delizioso corso d’acqua e completa in modo ottimale un luogo ameno che ricorda il passato e lo fa rivivere.E poi voglio menzionare nell’ultimo decennio una serie di studi progettuali avanzati, alcuni realizzati, altri non ancora, soprattutto ad Istanbul. Qui, in particolare, mi sono occupato di un Ponte sul Corno d’Oro, ” Halic Metro Crossing Bridge” che ho salvato dalla volontà dell’Unesco di impedirne la realizzazione per incompatibilità storico paesaggistica, riducendo l’altezza dei piloni; in tale circostanza mi sono dedicato anche allo studio del colore e della luce, simulando l‘effetto che avrebbero prodotto su tale infrastruttura la luminosità, il chiarore ed anche il crepuscolo; un mix tra la luce artificiale e quella naturale, rappresentate nel contesto urbano. Per questo ho presieduto una apposita Commissione Internazionale Indipendente ed ho fatto adeguare il progetto per consentirne l’approvazione e l’esecuzione da parte dell’impresa Astaldi. Ho sviluppato altri progetti in Libia e Arabia Saudita. Non espongo la totalità dei lavori svolti, ma sono davvero molti e hanno caratterizzato la mia attività negli ultimi 30 anni. Tanto che nel 1999 si è inaugurata la mia prima mostra, con i lavori miei e dei miei studenti, Enzo Siviero, il tema del ponte a Stra (VE), Villa Pisani 7 – 27 novembre. Nel 2009 la seconda mostra Ponteggiando – Bridging al centro culturale San Gaetano di Padova (30 ottobre 13 dicembre). E infine la terza mostra L’Uomoponte the bridge man, inaugurata ad Africo, Reggio Calabria 28 agosto 2019 in concomitanza con la mia nomina di cittadino Onorario. In Quebec, nel 2018, ho partecipato al convegno “Short and Medium Span Bridges”, dove ho anche presentato la mia attività sul tema dell’architettura dei ponti, così come in Cina, America Latina, Stati Uniti, Canada, India, Giappone, Corea, Turchia, Tunisia, Grecia ecc. In definitiva, ho lavorato dedicandomi ai Ponti per oltre metà della mia vita professionale e accademica con non poca fatica ma, con grande soddisfazione, anche perché non sono, tanto per parlare… così “allineato” agli interessi della politica. Posso dire che per i lavori che ho realizzato sono stato gratificato, e, soprattutto venivo chiamato quando c’era qualche problema da risolvere. Posso quindi affermare che sono abbastanza noto anche per essere uno che riesce ad appianare, dirimere e trovare la giusta soluzione anche nelle situazioni più difficili. A tal proposito, sono appena tornato dall’Abruzzo dove mi hanno chiesto di ideare una passerella, un Ponte dedicato a Papa Celestino V, ed ho immaginato come potesse essere realizzata questa struttura, un insieme di elementi diversi tra la natura, il misticismo, l’architettura, l’ingegneria ed il paesaggio. A Pescara sono stato promotore culturale del Ponte del Mare, opera simbolo della città, mentre il Ponte Ennio Flaiano, molto particolare nella sua forma, è stato uno dei progetti ideati dal team facente parte dello mio studio professionale. A tal proposito ricordo che l’allora Sindaco ed ora Senatore e Presidente della Commissione Bilancio Luciano D’Alfonso, volle un’icona, un simbolo, e lì ci sbizzarrimmo. L’esito non è perfettamente allineato con le mie idee di fondo visto che prediligo strutture semplici e lineari, quindi sobrie. Ma per quell’incarico era indispensabile progettare qualcosa di più clamoroso, eclatante. Quasi un simbolo per Pescara Città Futura (lo slogan che ne identifica la vocazione). Diciamo che in fondo, a giudicare dall’esito delle mie idee, la fantasia non mi manca.

Ingegnere Siviero, quale tipologia usa per ideare e realizzare i Ponti?

La mia tipologia preferita è il Ponte ad Arco, che ha una storia unica. Intendo ricordare che “l’arco non dorme mai,” questo affermava Leonardo di Ser Piero da Vinci, l’inventore, artista e scienziato italiano. Ma soprattutto perché l’arco è una figura statica, sostanzialmente “eterna”, nel senso che, come i Ponti Romani che stanno lì da 2000 anni, sono tutt’ora stabili proprio perché ad arco. Da notare che quelli crollati non lo sono per cedimento strutturale, ma perché le fondazioni in alveo, non sufficientemente innestate, sono state erose dall’acqua. Quindi la motivazione dei crolli è quella che in gergo viene chiamata “lo scalzamento delle pile”. Il Ponte ad Arco in calcestruzzo invece è stato da me re-interpretato, direi in modo abbastanza originale, ricorrendo alla prefabbricazione per così dire “creativa”, tanto che questa tipologia è denominata “Ponte Siviero”. Nel passato per costruire un Ponte ad arco in calcestruzzo bisognava realizzare, in via temporanea, un altro ponte, per sostenere il “getto”. Questo sistema è stato abbandonato perché troppo costoso. Mentre con il mio metodo tutto è prefabbricato perciò veloce ed economico, soprattutto durevole nel tempo e molto elegante, ne cito due: Ponte di Battaglia Terme e Passerella a Ponte San Nicolò Quest’ultima opera ha vinto nel 1999 il premio BIBM (Bureau International du Béton Manufacturé) per la migliore realizzazione tecnica in elementi prefabbricati in calcestruzzo. Altro tema molto attuale e quello degli adeguamenti funzionali e strutturali dei Ponti. Quando se ne presenta l’opportunità ne approfitto per rendere “quasi bello” quello che usualmente é decisamente “brutto”, ovvero, di converso, non deturpare il ”bello” proponendo accostamenti delicati e compatibili con l’esistente. Purtroppo il “brutto” è ormai molto diffuso in una colpevole assuefazione che non rende onore alla nostra cultura.

Magnifico Rettore, Ingegner Siviero, lei è un professionista con capacità e doti umane, che colpiscono e suscitano ammirazione. Ritornando alla poesia ci racconta anche dei suoi capolavori scritti?

A dire il vero a me sembra che tecnici umanisti se ne trovino di rado e sempre meno soprattutto tra gli Ingegneri, però la storia dell’ingegneria e’ fatta di personaggi a tutto tondo ove la componente umanistica è assai presente. Non per vanto, altri l’hanno detto, sento di ricalcare le orme degli Ingegnerei del passato. Io stesso partecipo assiduamente ai convegni di Storia dell’Ingegneria e mi sento molto a mio agio. Ho scritto e raccolto testimonianze, realizzando ciò che mi ero prefisso per tutta la mia vita. Uno dei miei obiettivi si riferisce alla componente umanistica che nel progetto è fondamentale. Vero è che per progettare ci vogliono cuore, passione, ovviamente cultura e competenza. Cuore e passione sono legate alla componente umanistica ed emotiva, con le sue straordinarie suggestioni. Parlo spesso del Ponte che va guardato con attenzione, ma anche del Ponte stesso che ti guarda, quindi va vissuto in una interazione oggetto – soggetto con un continuo scambio di ruoli. Letteratura e poesia, sono una mia grande passione, ma essendo ingegnere, la gente sembra esprimere un “benevolo dubbio” quando mostri che sei anche capace di sentimenti e di emozioni. Credo che si debba sempre esprimere le proprie idee, opinioni, punti di vista e poi è fondamentale valutare gli esiti della percezione esterna in tutto quello che si realizza, visto che un ponte resta lì per alcune generazioni. Attualmente ho ripreso ad occuparmi del Ponte di Messina, che mi coinvolge da almeno un paio di decenni, e spero venga ripreso dal nuovo governo, per essere finalmente realizzato. Anche su questo tema, dal punto di vista editoriale stiamo completando un numero speciale della mia rivista Galileo, di oltre 300 pagine, (www.collegioingegneripadova.it). Peraltro, oltre a riprendere la storia di questo famoso collegamento stabile, siamo anche in azione unitamente ad un gruppo di opinione denominato LETTERA 150, d’intesa con la Regione Calabria, e la Regione Sicilia, con buone prospettive. Ne ho anche proposto a suo tempo una rivisitazione con l’utilizzo dei piloni come torri abitate, un progetto avveniristico che cambierebbe il volto della Metropoli dello Stretto. Recentemente ho anche vinto un paio di premi letterari legati al tema del Ponte visto come un’espressione di Amore. Dico sempre che il Ponte più bello è quello tra uomo e donna poiché produce la vita. Ma, più in generale, il Ponte rappresenta gli affetti più veri, quelli che non muoiono mai. Mi piace allargare il campo delle conoscenze, mi ritengo un curioso, anzi sono curiosissimo. Ho una vita molto intensa e creativa, anche perché amo il nostro Paese, e mi rammarico poiché l’Italia ormai, più che essere Patria degli Italiani sembra abitata da “italioti”: purtroppo l’ignoranza e’ talmente dilagante ed esibita che lascia in molti di noi un forte sentimento di delusione. Difficile accettare questo imbarbarimento. Ma, nonostante tutto, sono un ottimista inveterato e assolutamente convinto che le cose miglioreranno. Da questo punto di vista penso che con Mario Draghi molto si evolverà in positivo. Ma tornando a noi, parlando di cultura, non è un caso che lettura e cultura facciano rima, infatti non si può immaginare la cultura se non c’è la lettura. A tal proposito ricordo di aver scritto anche una brevissima riflessione sulla città di Napoli, che mi ricorda una bellissima donna un po’ decaduta, ma che mantiene un enorme fascino come si può “leggere” perfettamente tanto da essere considerata una città meravigliosa. Napoli un fascino indelebile 2017. Una città intrigante, Napoli! Sfarzosa e trascurata, intensa e delicata, decadente e nobile, colta e vivissima, affacciata su un fantastico mare che ha ispirato poeti e musici tanto da farne un simbolo dell’Italia nel mondo. Difficile quanto affascinante, ma sempre Lei… Una Dama altera e inarrivabile, ma attraente come non mai … Forse ancora non si riesce a girarla con facilità. Ma il sapore dei luoghi e delle genti, fin negli angoli più nascosti e inattesi, va ben oltre quel che si vede! Molto più è ancorato a quel che si percepisce, o meglio, si intuisce essere ben oltre l’immediato per affondare le radici di una umanità che, nel tempo, ha saputo sopravvivere anche a sè stessa, sempre e comunque. Vedi Napoli (non) e poi muori (ma) e poi comprendi il vero vivere … Un amore a prima vista contrastato ma indelebile nel tempo.

Magnifico Rettore, ci parla dell’Università eCAMPUS?

Come eCAMPUS nell’ambito della terza missione stiamo agendo con grande determinazione. Mi piace qui ricordare che io stesso portando i saluti nella presentazione di libri di forte attualità, non esito a ribadire questa nostra vocazione sociale e a intervenire con talune mie considerazioni. Recentemente mi sono particolarmente emozionato nella presentazione del libro di Aldo Cazzullo “A Riveder Le Stelle”, ove le mie reminiscenze dantesche sono affiorate come d’incanto e ho potuto interagire positivamente con l’autore e la presentatrice Ilenia Petracalvina. Del resto sono un divoratore di libri, anche se non ne leggo abbastanza rispetto ai miei desideri. Ma torniamo al nostro ateneo. In eCAMPUS abbiamo 5 facoltà con 56 corsi di Laurea, siamo l’Università’ on line a piu’ ampio raggio da un punto di vista dell’offerta formativa. Siamo orgogliosi della nostra sede principale situata a Novedrate vicino a Como. Si tratta della originaria sede “training center” IBM Europa, un edificio che fa’ parte della storia dell’architettura contemporanea, molto bello e spazioso. 30 mila metri quadrati con una dotazione di oltre 250 stanze per ospitare studenti docenti e personale. Siamo così in grado di offrire un sistema misto, quindi anche in presenza, il cosiddetto “blended”, con seminari in sede, corsi intensivi, convegni anche internazionali. Attualmente a causa della pandemia anche gli esami purtroppo sono erogati in piattaforma on line. Fino all’anno 2019 in presenza, organizzavamo le Lauree all’interno del nostro Auditorium dotato di oltre 160 posti. Senza contare un’ottima mensa dove si stava tutti insieme studenti, docenti, personale in un’atmosfera quasi familiare che ci riporta indietro nel tempo. Dico:”Sono un UomoPonte, (mi chiamano scherzosamente THE BRIDGEMAN, ) un Professore, che ama fare Ponti soprattutto umani, un Rettore Ponte, e la nostra Università, dal mio punto di vista è essa stessa “un Ponte”. Ponte verso la cultura dei giovani, perché và in casa dello studente, ciò significa far partecipare anche le famiglie e l’entourage degli amici. Quindi eCAMPUS svolge un grande servizio del Paese. Trasmettiamo cultura, ancora prima del COVID, a chi non poteva permettersela, questo è fondamentale. La funzione sociale dell’Università Telematica è ormai acclarata. I nostri studenti sono molto seguiti attraverso i tutor ai quali si possono rivolgere per ogni necessità. Contiamo ormai oltre centomila studenti. Abbiamo molti Master, eroghiamo Corsi Singoli, c’è un’offerta formativa articolata e molto ampia. Per quanto mi riguarda ho mantenuto il mio corso di Ponti on line e sono soddisfatto per le molte tesi di laurea che riesco ancor oggi a seguire, come avveniva nel passato. Del resto, quando ero allo IUAV di Venezia ho seguito oltre 750 tesi di Laurea (forse un record del mondo…). Per me il rapporto con gli studenti è sempre stato fondamentale. Insegnare, trasmettere il sapere, unitamente al saper fare, e al saper far fare è estremamente importante. Sono infatti convinto che nelle nostre facoltà sia sempre più necessario insegnare non solo la teoria ma anche la pratica, quindi con forte ancoraggio alla realtà esterna. Mi piace ricordare un mio motto BRIDGING CULTURES AND SHARING HEARTS. Connettere le culture e condividere il cuore con un ottimismo di speranza anche sognando: sognare è vita, ma ben inteso, bisogna sempre sapere di sognare. Solo così i nostri giovani potranno afferrare il proprio futuro e farne l’obbiettivo della loro vita. Voglio concludere con un pensiero che racchiude il mio essere: DI PONTE IN PONTE DA CUORE A CUORE NEL SEGNO DELLA FRATELLANZA DELL’AMICIZIA E DELL’AMORE. Un atteggiamento che dovrebbe costituire il “basso continuo” di ognuno di noi.