Sciogliere la distanza politica tra Giuseppe Conte e Matteo Renzi. Ricucire la faglia tra i
parlamentari del Movimento 5 stelle. Un duplice, difficile,
incarico attende il presidente della Camera Roberto Fico.
“Esplora” le possibilita’ di un Conte ter. E’ quella, del resto,
l’unica possibilita’ praticabile, per il M5s. E’ il governo cui
lavora il Pd, senza subordinate. Renzi preferirebbe un altro
premier politico e provera’ probabilmente a sondare la tenuta di
pentastellati e Dem su un altro premier politico, magari lo
stesso Fico. Ma per il Quirinale il mandato e’ chiaro: verificare
se ci siano i margini per un Conte ter. Se cosi’ non sara’ , per il
“veto” di Renzi sul nome dell’avvocato, si aprira’ una fase nuova
gestita dal presidente Sergio Mattarella. E l’orizzonte del voto
non e’ escluso.
Le elezioni sarebbero uno scenario non sgradito al premier,
se sfumasse un incarico ‘ter’. Su questa linea sono schierati
anche i Cinque stelle anti-renziani e ultra-contiani vicini ad
Alessandro Di Battista. Ma sulle elezioni rischiano di spaccarsi
i Dem e anche le truppe parlamentari M5s. Ecco perche’ , tra i
‘pontieri’ piu’ vicini al premier che fino all’ultimo confidavano
in un reincarico, c’e’ chi adesso teme la postilla scritta in
calce alla dichiarazione congiunta del centrodestra, che apre
uno spiraglio a un governo di larghe intese. E’ proprio su
quella postilla che fa leva Renzi per sostenere – ancora oggi –
che l’unica alternativa a un governo politico con una
maggioranza di centrosinistra che includa Iv e’ un governo
tecnico, con premier alla Mario Draghi.
In realta’ un tecnico potrebbe essere chiamato da Mattarella
anche a guidare un governo elettorale. E fonti parlamentari non
a caso ricordano che quando nel 2018 il capo dello Stato diede
l’incarico a Carlo Cottarelli, scatto’ la molla anti-urne e la
corsa all’alleanza M5s-Lega.
Fico restera’ dunque nell’alveo di un tentativo di ricomporre
la maggioranza per un Conte ter. Ma il timore dei Cinque stelle
e’ che il leader di Iv, cui hanno aperto non senza tormenti,
adesso sparigli. E che proponga lo stesso Fico o un altro
pentastellato come possibile premier di un nuovo governo
insieme. Renzi al tavolo col presidente della Camera vorra’
vedere la certificazione del suo ritorno a pieno titolo in
maggioranza, forte del fallimento dell’operazione responsabili.
“Hanno preso atto che senza di noi non hanno i numeri e hanno
ammesso che vogliono proseguire la legislatura – dice un
dirigente di Iv – Ora noi porremo i nostri temi e proveremo
anche a verificare la tenuta di Pd e M5s sui nomi”. Senza porre
aut aut, Iv promette di non fare sconti, dalla richiesta di una
svolta garantista al Mes, citato da Renzi anche nella
dichiarazione al Colle. Tradotto in ministeri, vuol dire
probabilmente la sostituzione di Alfonso Bonafede ma anche di
Roberto Gualtieri. Mentre i renziani punterebbero a un ministero
di peso anche in chiave Recovery, magari le Infrastrutture
divise dai Trasporti. Secondo gli alleati Renzi potrebbe anche
chiedere un ministero per se’ . Mentre il Pd potrebbe affiancare a
Conte un sottosegretario alla presidenza alla Andrea Orlando.
La speranza dei Dem e’ comunque ancora quella di rendere non
essenziale Renzi, riportando a casa – magari non subito – alcuni
senatori renziani e accogliendo in una maggioranza “larga” anche
quei forzisti e centristi che gia’ hanno dato segnali di
interesse. L’incognita e’ pero’ lo strappo di Di Battista che
genera un nuovo terremoto nel Movimento. Anche perche’ , come
spiega una fonte M5s, colpiscono nel segno: e’ stato Crimi il
primo a dire “mai piu’ con Renzi” e non e’ stata certo la linea
emersa all’ultima assemblea congiunta. Di Battista avrebbe
assicurato ai parlamentari a lui piu’ vicini che non intende fare
scissioni o correnti. Ma certo, tra Senato e Camera sono
perlomeno una ventina i parlamentari decisi a non votare la
fiducia a un governo che abbia Renzi dentro. E a loro si
aggiungono i “contiani di ferro”, ovvero i parlamentari secondo
i quali o c’e’ il Conte-ter o c’e’ il ritorno alle elezioni. Sono,
osservano in diversi nel Movimento, i futuri eletti in una lista
del premier uscente. La fronda dei “dibbacontiani” potrebbe
fare, numericamente, da contraltare a Iv nel tentativo che Fico
condurra’ . E forzare in direzione del reincarico a Conte.