nella casa di Miari, in Corea, l’ambasciatore d’Italia a Seul, Federico
Failla, a nome del presidente della Repubblica Italiana Sergio
Mattarella, ha consegnato a suor M. Dorotea D’Oto, nata a
Casalbore in provincia di Avellino, missionaria in Corea dal
1966, l’Onorificenza di Ufficiale della Stella d’Italia. Il
riconoscimento viene conferito a coloro che si sono distinti
nella promozione di rapporti di collaborazione e legami di
amicizia tra l’Italia e altre nazioni.
Tra le motivazioni dell’Onorificenza, l’ambasciatore ha
ricordato la vita della religiosa da missionaria in Corea,
all’epoca tra i piu’ poveri paesi del mondo, “diffondendo gli
insegnamenti della religione cattolica nelle aree piu’ degradate
della capitale Seul, delle citta’ di Daegu e Gwangju etc.”.
Ha inoltre sottolineato come suor Dorotea abbia “contribuito
fortemente all’organizzazione della comunita’ delle Figlie di San
Paolo (…) che e’ ora una realta’ significativa e ben conosciuta
della capitale”.
La superiora generale delle Paoline, suor Anna Caiazza, cosi’
si e’ espressa: “Tale Onorificenza onora grandemente la nostra
congregazione. Siamo profondamente grate a suor M. Dorotea per
la testimonianza di una vita spesa per l’annuncio del Vangelo in
una terra lontana dal suo paese, che e’ pero’ diventato il ‘suo’
paese, a un popolo che e’ diventato il ‘suo’ popolo”. “Ancora
oggi, suor M. Dorotea percorre, con la preghiera incessante, le
strade della Corea perche’ il Vangelo corra e si diffonda”, si
legge in una nota delle Paoline.
In occasione del centenario di fondazione, le Figlie di San
Paolo della Corea hanno pubblicato un libro sulla vita di suor
Dorotea D’Oto, dal titolo “Vorrei gridare al mondo”. Il
progetto, realizzato da suor Giacomina Heo dopo aver
intervistato e dialogato con suor Dorotea, propone una
testimonianza viva della storia della Corea: l’arrivo delle
prime missionarie, lo sviluppo della Congregazione in terra
coreana, la vita nella comunita’ di Kwanju, dove suor Dorotea ha
vissuto per tanti anni. “La narrazione, semplice e sincera,
lascia emergere il carisma paolino in tutta la sua profondita’ e
bellezza”, sottolineano ancora le Paoline.