La portava in auto, in una pineta isolata. Le insegnava a guidare, seduta in braccio. Lui, 51 anni. Lei, solo 13. Ma le sue mani non stavano al posto loro. In più di un’occasione finirono sui piccoli seni di lei. Se per semplice caso o precisa intenzione è il nodo al centro dell’inchiesta a carico di un uomo di Torre del Greco che avrebbe riservato attenzioni particolari alla nipotina, figlia di una cognata. Teresa – nome di fantasia – avvertiva che quelle carezze non erano normali. Teresa, che non ha mai conosciuto il suo papa, diceva di avere zio Francesco buono e zio Francesco cattivo. Proprio lo zio Francesco “buono”, fratello della mamma di Teresa, raccolse il malessere della bimba e chiese aiuto a una assistente sociale del Comune. Da lì, il colloquio con una psicologa dell’Asl Napoli 3 Sud durante cui emersero le molestie sessuali. «L’accompagnò mia moglie dalla dottoressa- il racconto dello zio Francesco”buono”- Rimasi fuori ad aspettare insieme alla nostra bambina. Quando uscirono, mia moglie mi disse che Teresa aveva raccontato che mio cognato la baciava sulla bocca, che l’aveva toccata anche in mezzo alle gambe. Non volli sapere altro perché ho il sangue onesto io, non ce la facevo a sentire quelle cose. Ma poi collegai un particolare». Quale? «Una volta, mio cognato mi chiamò perché era rimasto in panne con la sua auto, una Renault Scenic, proprio all’ingresso di quella pineta. Andai a recuperarlo. Quando entrati in auto sentii che c’era un profumo di donna, pensavo che si trattasse di un suo rapporto extraconiugale, non feci domande. Soltanto dopo il racconto di mia moglie, collegai che quella era la pineta di cui Teresa aveva parlato mia nipote». Una storia a tinte fosche su cui ora i magistrati del tribunale di Torre Annunziata sono chiamati a fare piena luce.