Lievita la spesa per l’acquisto dei libri: 2 istituti su 5 non rispettano la legge che impone un tetto di spesa per ogni indirizzo e anno di corso. I prof possono superare questo limite al massimo del 10%, adducendo comunque le motivazioni del caso. Ma secondo un’indagine di Skuola.net su un campione di 100 classi, nemmeno questo limite viene rispettato da circa il 20% di quelle esaminate. A queste si aggiunge un cospicuo numero, circa il 20% del totale preso in analisi, che oltrepassa il limite pur senza eccedere il margine di tolleranza. E rispetto al 2014, le classi che superano il tetto di spesa oltre la soglia consentita sono in aumento passando da circa il 10% al 20%. A conti fatti, 1 scuola su 5 fa spendere alle famiglie piu’ di quanto sancito dalle norme. Skuola.net rileva tuttavia che mentre fino al 2013, con cadenza annuale, il Ministero dell’Istruzione era solito emanare un decreto che ritoccava all’insu’ i tetti di spesa in base al tasso d’inflazione, per gli anni scolastici 2014-2015 e 2015-2016 non e’ stato cosi’ e il Miur ha deciso di mantenere gli stessi tetti di spesa del 2012-2013. I prezzi di copertina non si sono pero’ bloccati e questo – commenta il portale – puo’ giustificare un aumento dei costi rispetto all’anno passato a parita’ di classi esaminate. In alcuni casi lo sforamento e’ di pochi spiccioli. Ad esempio – rivela l’indagine di Skuola.net – al liceo scientifico Avogadro di Roma si parla di un eccesso di circa 6 euro e addirittura nel caso dell’istituto tecnico Montale di Genova la differenza con il tetto di spesa consentito e’ pressoche’ irrisoria, appena 75 centesimi. Altri, al contrario, obbligano le famiglie a una spesa notevolmente piu’ rilevante di quella che dovrebbe essere loro garantita: all’istituto professionale Santarella di Bari, indirizzo manutenzione e assistenza tecnica, le famiglie sono obbligate a spendere 348,48 euro contro i 244 stabiliti dal decreto sui tetti di spesa. Bologna, Roma e Genova le citta’ con il maggior numero di scuole che non pongono limiti al costo per l’acquisto dei libri. Addirittura, nel capoluogo emiliano gli istituti a sforare sono la meta’ di quelli analizzati, 1 su 5 addirittura supera anche il margine di tolleranza concesso. L’istituto professionale Fioravanti,
indirizzo manutenzione e assistenza tecnica, e’ sopra al limite del 23% e l’istituto professionale Bartolomeo Scappi, indirizzo servizi per l’enogastronomia e l’ospitalita’ alberghiera di circa il 15%. A Genova sono invece quattro le scuole analizzate che non aiutano le famiglie, di cui una fuori norma arrivando a oltrepassare il tetto del 13%. Stesso numero di istituti che non hanno tenuto conto dei freni imposti dal Miur anche a Roma, dove pero’ a oltrepassare anche il margine di tolleranza sono due istituti, il tecnico Pantaleoni con l’11% e l’ipsar Tor Carbone con il 24%. L’indagine del portale ha esaminato un campione di cento prime degli indirizzi con il maggior numero di iscritti presenti nelle dieci citta’ italiane piu’ popolose e il calcolo su cui si e’ basata la ricerca ha tenuto conto dei libri di testo obbligatori adottati escludendo quelli consigliati (es. libri di lettura).