Manzillo si affaccia alla finestra del suo ufficio e fotografa la situazione all’esterno dell’ospedale di lunedì in tarda mattinata, un momento in cui non dovrebbe esserci il picco di accessi. Una situazione che in prospettiva dovrebbe migliorare con la zona rossa, ma i prossimi giorni saranno ancora difficili: «Mi aspetto – spiega Manzillo – risposte dalla limitazione degli assembramenti in 10-15 giorni, ma ci sono i tempi fisiologici per vedere la curva abbassarsi. Nei prossimi sette-dieci giorni mi aspetto un notevole incremento dei contagi, il clima in invernale , il virus si diffonde e quelle scene sul lungomare di Napoli o nelle aree pedonali del Vo – le pagheremo . Ero già spaventato, ma ora lo sono di più». Manzillo si sofferma proprio su tutti quelli che hanno affollato le strade a Napoli e in altre città: «Camminare – spiega – in una via affollata è molto pericoloso, le sanzioni devono esserci e su questo le cose non vanno fatte “alla napoletana”, perche• purtroppo siamo un popolo che ha bisogno di essere controllato. Ai cittadini dico: è stato un grave errore ñ non fatelo più, dire che si fa l’ultimo pranzo al ristorante non ha senso, vuoi dire che non si è capito il problema. La scelta autolesionista non è personale perché in questo caso include la famiglia, io conosco nuclei familiari interamente infetti». E intanto comincia a pesare anche lo stress per il personale medico: «Uno stress – spiega Manzillo – cominciato a febbraio ñ che non ci ha mai lasciato. Non abbiamo mai avuto l’idea che il Covid potesse sparire anche se questa seconda ondata la aspettavamo ma non così violenta onestamente , o forse lo speravamo, per stanchezza. Ci sono pochi medici e infermieri, mi fa sorridere sentire che ci sono in Campania centinaia di posti liberi, sarebbe più interessante dire quanti anestesisti, pneumologi e altri specialisti mancano per gestire quei posti.