Isolati in casa, lontani dagli affetti di figli e nipoti, senza poter incontrare gli amici e
con il rischio che il peso della solitudine generi stress e
depressione, oppure liberi di uscire ma con il rischio di
ammalarsi di Covid-19, una malattia particolarmente aggressiva
dopo i 70 anni: “e’ drammatica la scelta che la pandemia impone
agli anziani”, ha detto lo psicologo Angelo Gemignani, direttore
del dipartimento di Dipartimento di Patologia chirurgica,
medica, molecolare e dell’Area critica dell’Universita’ di Pisa e
tra i fondatori del Centro Extreme della Scuola Superiore
Sant’Anna. Sebbene le alternative imposte dalla pandemia siano dure
per tutti, per Gemignani bisogna considerare che non tutti gli
anziani sono uguali e che le tecnologie, dagli smartphone ai
social media, possono essere di grande aiuto.
“Ci sono anziani che possiamo considerare a bassa fragilita’ ,
sia psicologica che fisica, e altri a piu’ alta fragilita’ , o
perche’ hanno patologie o per lo stato mentale ed emotivo
delicato”, ha osservato. “In generale ad ora gli anziani sono le
persone piu’ vulnerabili alla Covid-19”, ed e’ anche vero che
“l’isolamento e’ un fattore di rischio importante per problemi
mentali come ansia e depressione”. Essere costretti in casa,
poi, potrebbe esporre a un generale declino cognitivo e la
mancanza di movimento potrebbe avere conseguenze sul sistema
cardiovascolare, come sul sistema nervoso autonomo e
sull’attivita’ respiratoria”. Sono condizioni di isolamento
sociale che sono state studiare molto bene anche negli individui
piu’ giovani, per esempio nelle simulazioni degli effetti sugli
astronauti del lungo viaggio verso Marte: “all’isolamento
sociale va aggiunto il confinamento spaziale – ha detto
l’esperto – perche’ non tutti gli anziani sono confinati in
ambienti piacevoli: alcuni vivono in realta’ problematiche,
mentre altri hanno la fortuna di abitare in campagna o in
piccolo centri”. Le simulazioni del viaggio su Marte hanno
permesso di capire anche gli effetti dell’isolamento sul sonno.
“Anche negli anziani – ha osservato Gemignani – l’isolamento puo’
alterare il sonno, causando alterazioni della memoria, della
capacita’ di concentrazione del controllo emotivo, favorendo
l’irritabilita’ “.
La tecnologia, pero’ , puo’ aiutare molto. Tablet e smartphone
possono aiutare a superare la solitudine, grazie a videochiamate
e chat: “possono essere terapeutici e studi hanno dimostrato che
gli anziani che hanno la possibilita’ di chattare hanno meno
disturbi dell’umore e meno deficit cognitivi”. Per questo, ha
concluso, “sarebbe importante favorire gli anziani nell’acquisto
di tablet o smartphone e, accanto ai volontari che li aiutano
con la spesa, sarebbe bello vederne altri disposti a insegnare
agli anziani a utilizzare questi mezzi”.