Esplode la rabbia dei gestori di bar e ristoranti dopo le restrizioni dell’orario di apertura imposte nell’ultima ordinanza del governatore Vincenzo De Luca. II malcontento suscitato dalla chiusura alle 23 dell’attività di bar, pasticcerie e gelaterie e della limitazione alle 23 dell’ultimo accesso nelle attività di ristorazione intese in senso lato (anche pub, vinerie, kebab e similari) si materializzerà domani alle sotto Palazzo Santa Lucia, sede del Governo regionale. Un secco no alle chiusure anticipate che vedrà insieme i vertici di Conf commercio, Fipe e Sub. Il giro di vite, sancito dal contenuto dell’ordinanza 77 è stato infatti vissuto come una vessazione ingiustificata dagli operatori dei settori colpiti. Soprattutto non è stato accettato «che i numerosi appelli al dialogo lanciati al presidente De Luca siano caduti nel vuoto». Si è trattato comunque di un passo sofferto come spiega il direttore generale di Confcommercio Pasquale Russo. «La nostra — evidenzia — è stata una scelta difficile ma che si è resa necessaria per contrastare una decisione unilaterale che rischia di rappresentare un colpo mortale per il nostro settore dopo mesi di sacrifici. Una decisione, quella maturata dalla Regione, oltretutto incomprensibile alla luce dei rischi che queste chiusure possono comportare proprio per la salute dei cittadini. La chiusura alle 23 inevitabilmente provocherà assembramenti serali all’uscita di bar ñ ristoranti difficilmente controllabili». La speranza è che la mobilitazione possa indurre De Luca a un dietro front cosi come accaduto dopo l’introduzione del limite, poi revocato, dei 20 partecipanti alle cerimonie. «Chiediamo dunque ancora una volta al presidente De Luca – continua Russo – di revocare questa decisione e di concordare con le associazioni di categoria i prossimi passi. È un provvedimento inutile e dannoso, che costringerà molte imprese a chiudere e tante altre a rimettere in cassa integrazione il personale. Dalla fine di maggio, quando hanno riaperto i pubblici esercizi, per ben tré mesi non vi è stato alcun incremento dei contagi, segno che non e certo l’attività di bar e ristoranti a facilitare la diffusione del virus. Gli esercizi pubblici devono rispettare regole rigorose di igiene e distanziamento che li rendono una garanzia di contenimento del Covid, al contrario di quanto si vuoi far credere». Insieme con centinaia di imprenditori Russo sarà presente alla manifestazione insieme ai vertici delle organizzazioni come Carla della Corte, Alessandro Esposito e Massimo Di Porzio. Quest’ultimo, in qualità di presidente regionale Fipe, ribadisce tré motivazioni che hanno spinto gli imprenditori a scendere in piazza. «Per prima cosa non è dimostrato alcun nesso tra l’aumento dei contagi e l’attività dei pubblio esercizi, poi non è avvenuta alcuna consultazione preventiva. Infine il balletto delle ordinanze e precisazioni finisce per confondere ancora di più le idee a imprese e clienti.