Valeria Ciarambino, candidata di M5S alla presidenza della Regione, sfida De Luca e Caldoro: «Sono pronta a un confronto pubblico». Al Sannazaro la presentazione del programma e della lista Cinquestelle. Al fianco di Ciarambino e’era il ministro Sergio Costa: «Sull’ambiente – ha detto – la Regione ha fallito». Saranno fischiate le orecchie al premier Giuseppe Conte già alle prese con la difficile convivenza Pd-M5S che pure avrebbe voluto mutuare alle regionali. Il durissimo attacco del ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, secondo cui «nessuno si è seduto al nostro tavolo perché coltivano gli affari», rappresenta un ceffone all’alleanza che tiene in piedi il Governo ma che in Campania non è stata praticabile per la presenza di Vincenzo De Luca. Indicato dalla candidata presidente dei grillini (non ci saranno altre liste nonostante gli annunci di alcuni mesi fa) Valeria Ciarambino, Costa ha usato termini moderati giù dal palco («Sull’ambiente la Regione cambi paradigma operativo») ma poi ha aizzato aspiranti consiglieri e militanti seduti in un teatro Sanna2aro riempito nel rispetto dellenorme sanitarie. Proprio sulla sua materia serve una svolta green. Per farlo «ci vuole la flotta che è nel cuore dei Cinquestelle: siamo stupidi che credono nei miracoli». Eppure tutto è nato sul nome di Costa, avanzato dalla Ciarambino pronta al passo indietro prima del lockdown con la disponibilità al dialogo da parie di un altro ex ministro dell’Ambiente Andrea Orlando, ora vicesegretario Pd. II Covid ha ridato forza e consensi al governatore uscente ed i dem non hanno neanche tentato più il suo superamento con un nome terzo. «Quando è stato fatto il mio nome per la Campania ero a Nuova Delhi ed è stato comico perché Valeria, che non lo sapeva, mi ha chiamato alle 3 e mezza ora indiana. In quel momento ho pensato ma che vuole da me a quest’ora?», ha rivelato. Ora c’è di nuovo in campo, votata su Rousseau, la capogruppo uscente. «Per fare quello che ha fatto Valeria – ha ribadito Costa dire faccio un passo indietro, ci vuole coraggio. Solo il Movimento ha avuto questo coraggio». E la partila si giocherà molto sulle competenze ambientali. «Ciò che non si fa per la bonifica di Pianura, per la Resit, per le ecoballe, il Samo, i Regi Lagni, non è responsabilità del ministero dell’Ambiente ma della Regione -ha chiarito Costa – ho chiesto in Europa i fondi di Sviluppo e Coesione, ho chiesto un miliardodi cui 500 milioni per i Regi Lagni e 500 per il Samo su questioni che sono prettamente della Regione , li ho chiesti io per poterli poi, coordinati con il ministero dell’Ambiente, sviluppare per sanificare l’uno e l’altro. Li abbiamo ottenuti e non è poco, dobbiamo servire il cittadino ma ognuno faccia il suo». In serata la replica del vicepresidente della Regione Fulvio Bonavitacola: «in attesa del miliardo fantasma di cui parla, Costa iniziasse a restituire alla Campania i 30 milioni di euro all’anno che sono stati sottratti agli interventi ambientali in Campania, proprio, guarda caso, da quando lui è ministro al l’Ambiente.