Entusiasmo, fiducia e voglia di normalita’ per le 25 mila aziende enologiche italiane aperte al
pubblico che stanno ripartendo in questi giorni, molte delle
quali che offrono ospitalita’ dando lavoro a 30 mila persone. A
tracciare il quadro del settore, dopo la pausa forzata per
l’emergenza Covid-19, e’ Donatella Cinelli Colombini, ideatrice
della giornata Cantine aperte e del Movimento del Turismo del
vino. L’enoturismo, spiega Cinelli, se unito al cibo puo’
rappresentare un asso nella manica per salvare una stagione dove
la priorita’ e’ lo stare all’aria; una vera e propria ‘terapia
del paesaggio’ per una nuova idea di vacanza ‘protetta’ tra
vigne, degustazioni all’aperto e luoghi lontani dal turismo di
massa.
“Non puo’ venire meno il giro d’affari che ruota attorno
all’enoturismo che sfiora i 2,5 miliardi di euro, compresa la
vendita diretta”, spiega Cinelli, nel precisare che il turismo
del vino comprende una serie di consumi che non si fermano in
cantina, ma creano un indotto che la Banca d’Italia stima in 12
miliardi l’anno tra cibo, vino, degustazioni e shopping. Anche
l’ultimo Rapporto sul Turismo enogastronomico conferma la
predilezione del 92% degli italiani a vivere esperienze
enogastronomiche in Italia, mentre dall’altra parte l’87% delle
cantine considera l’enoturismo un’attivita’ strategica per la
ripresa economica dopo la crisi. Cinelli ricorda anche che il
64% degli italiani e’ interessato a conoscere di piu’
l’enogastronomia dei territori in cui vive, il che’ porta a
pensare che il 2020 possa essere l’anno del riscatto per
quell’Italia minore dei borghi e delle campagne, dove
l’enoturismo rappresenta un volano di sviluppo importante e di
benessere.