Mentre era in programma di protezione, per aver denunciato usurai ed estorsori ed aver fatto arrestare numerose persone, e’ stato vittima di un furto di diverse decine di migliaia di euro, avvenuto nei locali dell’attivita’ che era stato costretto a chiudere e da cui era stato fatto allontanare. Vittima un testimone di giustizia, che ha subito un danno ingente. “Lo Stato si faccia carico del danno – commenta il deputato Pd Davide Mattiello, che in Commissione Antimafia guida il V Comitato che si occupa di testimoni di giustizia, collaboratori e vittime di mafia – e non vi aggiunga la beffa. Il fatto e’ che quando un testimone entra nel programma speciale di protezione e viene trasferito nottetempo, spesso con tutta la famiglia, in localita’ segreta, si lascia alle spalle tutto: case, aziende, beni mobili. La legge e prima ancora il buon senso prevedono che da quel momento lo Stato si faccia carico non soltanto di proteggere la vita del testimone, ma anche il suo patrimonio in localita’ d’origine, primo perche’ e’ giusto, secondo perche’ e’ simbolico (lo Stato deve portare via la roba ai mafiosi, non permettere che i delinquenti portino via la roba ai testimoni), terzo perche’ e’ conveniente (piu’ il testimone si impoverisce durante il programma di protezione, piu’ lo Stato dovra’
risarcirlo). Sono cose che non devono succedere: la scelta di testimoniare per lo Stato non puo’ diventare un malaffare, non puo’ far pensare che era meglio starsene zitti”. Mattiello rende noto di aver informato dell’episodio la
presidente dell’Antimafia Rosy Bindi, “sono certo che il Servizio Centrale di Protezione di concerto con le Autorita’ di
Polizia del luogo in cui e’ successo il furto, fara’ tutto il possibile per recuperare la refurtiva”. Ed appare evidente la necessita’ sempre piu’ urgente della riforma del sistema tutorio dei testimoni di giustizia: la Commissione Antimafia ha pronta una proposta di legge, ed e’ in attesa delle mosse del ministero dell’Interno