Per il decimo giorno consecutivo cala il numero dei malati di Covid-19 nelle terapie intensive e si
allenta la pressione sulle strutture ospedaliere. E frena anche
l’incremento generale dei contagi. La curva epidemica in Italia
continua ad evidenziare dei “segnali positivi” che pero’ devono
“ulteriormente consolidarsi”. La parola d’ordine e’ dunque
‘cautela’ poiche’, avvertono gli scienziati, siamo ancora nella
fase 1 e la prudenza deve essere massima proprio in vista della
fase 2 che verra’ avviata gradualmente.
Ad oggi, ha sottolineato il ministro della Salute Roberto
Speranza su Fb, “dobbiamo essere consapevoli che i sacrifici che
stiamo facendo hanno salvato la vita a tantissime persone e
permesso al nostro Servizio Sanitario di curare chi e’ malato”.
I numeri illustrati alla conferenza stampa della Protezione
civile indicano, complessivamente, 103.616 malati di coronavirus
(di cui 72.333 in isolamento domiciliare) con un incremento di
1.363 rispetto a ieri, quando l’incremento era stato di 1.984.
Il numero dei contagiati totali – compresi morti e guariti – e’
di 159.516. Calano pero’ i ricoveri in terapia intensiva con
3.260 pazienti nei reparti, 83 in meno rispetto a ieri. I
guariti sono invece 35.435 (+1.224). Purtroppo i decessi restano
alti: sono 20.465 le vittime, con un aumento rispetto a ieri di
566. Ieri l’aumento era stato di 431.
Il dato sui decessi tuttavia, ha chiarito in conferenza
stampa il direttore del dipartimento Malattie infettive
dell’Istituto superiore di sanita’ e membro del Comitato tecnico
scientifico Cts Gianni Rezza, “va riferito ai contagi
pregressi”. Il punto, ha avvertito, e’ che “siamo ancora nella
fase uno, non c’e’ dubbio. Segnali positivi ci sono ma credo che
quello dei decessi sia purtroppo l’ultimo indicatore a diminuire
perche’ il tempo che intercorre tra contagi e decessi e’ il piu’
lungo”. Il monito e’ comunque a non affrettare i tempi: “Non
arriveremo a contagi zero e il virus non stoppera’ purtroppo la
sua circolazione. A Wuhan ci sono riusciti prendendo misure
incredibili ma ora hanno un effetto ritorno. Da noi c’e’ una
tendenza alla diminuzione. Pero’ il virus continuera’ a circolare
e dovremmo mettere toppe in continuazione”, spiega ancora Rezza.
Per questo, “dobbiamo arrivare preparati alla fase 2, quando
andranno individuati immediatamente eventuali focolai, mettendo
in campo controlli serrati e piu’ personale”. In questa fase,
dunque, pericolosissimo sarebbe accelerare sulle riaperture: “Al
momento qualsiasi ipotesi e’ prematura”, afferma il capo della
Protezione Civile, Angelo Borrelli, in merito alla possibile
riapertura di alcune filiere produttive nelle prossime
settimane. “La task force e’ al lavoro su un report – ha detto –
poi una valutazione sara’ fatta dal decisore politico”. E Rezza
frena anche sulla riapertura delle scuole, per le quali pure il
presidente del Consiglio superiore di sanita’ Franco Locatelli
aveva auspicato una riapertura a settembre. Quanto alla ripresa
per il calcio, “se dovessi dare un parere tecnico – rileva Rezza
– non lo darei favorevole e credo che il Cts sia d’accordo. Poi
sara’ la politica a decidere”. Intanto da domani ci sara’ la
riapertura circoscritta di alcune attivita’ come librerie e
cartolerie, un evento che l’epidemiologo Luigi Lopalco definisce
un “banco di prova, per controllare quanto movimento si genera”.
Sul fronte delle cure, invece, passi avanti si segnalano per gli
studi sui vaccini, con l’annuncio dell’avvio dei test sull’uomo
di un candidato vaccino italo-britannico (Irbm-Jenner
Institute). Sono invece ancora incompleti, avverte l’Agenzia
italiana del farmaco Aifa, i dati per capire la sicurezza e
l’efficacia dell’uso dell’eparina nei pazienti colpiti dal
Covid-19. Negli ultimi giorni l’annuncio dell’utilizzo di
eparina nei casi di polmonite interstiziale era arrivato
dall’ospedale di Castel San Giovanni (Piacenza) ed era stata
sollecitata la valutazione del suo uso sperimentale. Per l’Aifa,
pero’, ci sono ancora “evidenze incomplete e con importanti
incertezze anche in merito alla sicurezza” ed e’ “urgente la
necessita’ di studi che ne valutino efficacia clinica e
sicurezza”.