Le mascherine continuano a restare al centro dell’attenzione nel confuso panorama degli obblighi, dei
consigli e delle dichiarazioni di inutilita’ contro la pandemia.
Se da un lato alcune regioni e citta’ italiane le hanno imposte,
d’altro canto la dichiarazione dell’Organizzazione mondiale
della Sanita’ (Oms) – che ha definito l’uso delle mascherine non
sufficiente a fornire una protezione adeguata contro il
Coronavirus – ha creato molto disorientamento. Nonostante cio’ i
medici, sia quelli di famiglia che gli ospedalieri, indicano
come buona pratica per chi deve uscire di casa, per esempio per
fare la spesa, di indossarla correttamente sia sul naso che
sulla bocca. E infatti i cittadini, dopo settimane in cui non si
trovava una mascherina neppure a pagarla oro, adesso fanno la
fila davanti alle farmacie per acquistarle. Non senza rabbia,
perche’ i prezzi sono diventati esorbitanti. Per una singola
mascherina chirurgica nelle farmacie si possono spendere fino a
2 euro, in altre da 1 euro e 20 a 1 euro e 60 centesimi. Quelle
lavabili costano 20 euro l’una e le Ffp2-3 non sono disponibili.
E resta la piaga delle truffe come nel caso di quella scoperta
a Francavilla Fontana dove la GdF ha sequestrato 700 mila euro
versati ad un’azienda che non ha mai consegnato gli ordini
realizzati on line. “Per evitare sgradevoli episodi di
speculazione, abbiamo chiesto alle istituzioni di imporre un
margine di ricarico sui lotti di mascherine consegnati alle
farmacie. I farmacisti stanno aspettando indicazioni chiare.
Bisogna arrivare a un prezzo accessibile per tutti”, interviene
il segretario nazionale di Federfarma Roberto Tobia. Che inoltre
sollecita le autorita’ affinche’ forniscano tutte le informazioni
necessarie sull’utilizzo: “Devono dire chiaramente chi le deve
indossare, quando, quanto dura una mascherina chirurgica, una
lavabile, una Ffp2, e se si possono vendere quelle senza il
marchio Ce: su questi argomenti c’e’ ancora troppa confusione e i
farmacisti non riescono a dare risposte precise ai cittadini,
per questo servono indicazioni trasparenti dalle
amministrazioni”.
In questi giorni per evitare episodi di accaparramento,
Federfarma ha anche chiesto di poter ‘sconfezionare’ le buste da
50 o 100 mascherine in modo da venderle singolarmente. “Questo –
dice – evita anche l’acquisto di interi pacchi che poi
potrebbero essere venduti al nero dalla criminalita’ organizzata.
Contro chi nelle settimane scorse ha alzato i prezzi in modo
vergognoso ci costituiremo parte civile”.
Insomma, che vi sia o no la sicurezza che una mascherina
faccia la differenza nella protezione dal virus, si continua ad
acquistarle nella speranza che una piccola protezione comunque
ci sia. Speranza confermata dai medici: “Quelle chirurgiche
fanno poco ma in caso di colpo di tosse o starnuto riducono la
gittata delle goccioline e vanno buttate dopo qualche ora – dice
Carlo Palermo dell’Anaao Assomed – le Ffp2 e Ffp3 devono essere
usate solo dal personale sanitario, se le usa anche un
asintomatico dalle valvole il virus esce. Quelle che funzionano
bene per tutti sono le NK95 che proteggono chi le porta e pure
gli altri”.
L’Oms, pur ritenendole insufficienti, raccomanda di applicarle
bene su naso e bocca e controllare che non ci siano spazi, di
non toccare l’interno con le mani, non riutilizzare quelle usa e
getta e lavarsi le mani dopo averle tolte.