Tutto quello che bisogna sapere sul decreto E la possibilita’ per il governo
di emettere titoli di Stato, e quindi nuovo debito, fino a 25
miliardi nel 2020. Eccola la manovra “cura Italia”. Prende forma
in un maxi decreto che nelle limature finali si aggira attorno
ai 120 articoli. Nelle ore di allarme massimo per la tenuta del
sistema sanitario in Lombardia, il governo si prepara a varare
misure per frenare i contraccolpi economici dell’emergenza
Coronavirus ma anche per sostenere la sanita’: alberghi
requisiti, cliniche private a disposizione degli ospedali
pubblici, la creazione di fabbriche per produrre mascherine.
“Nessuno sara’ lasciato solo”, assicura il ministro
dell’Economia Roberto Gualtieri: “Stiamo facendo e faremo tutto
cio’ che e’ necessario per proteggere e sostenere il Paese”. Il
premier Giuseppe Conte mette in cima alle priorita’ “far lavorare
in sicurezza medici, infermieri e tutto il personale sanitario”:
“Siamo strenuamente impegnati” per questo ed e’ “l’unica cosa che
conta”. “Non e’ il momento”, osserva il presidente del Consiglio,
di polemiche come quella della Regione Lombardia contro la
Protezione civile. Durissimo il ministro Francesco Boccia:
“Serve senso dello Stato” e invece, denuncia, “ci sono avvoltoi
che intendono spargere altri virus in un momento cosi’ delicato”.
Le misure per il potenziamento del sistema sanitario sono in
cima al decreto. Arrivano 1,15 miliardi per la sanita’ e 1,5
miliardi per la Protezione civile. Ci sono fondi per gli
straordinari di medici e infermieri, la possibilita’ per i
prefetti di requisire ospedali e altre strutture per le persone
in quarantena, il potere per la Protezione civile e per il nuovo
commissario straordinario per l’emergenza sanitaria di requisire
strutture e mezzi per potenziare i reparti degli ospedali. Il
commissario, Domenico Arcuri, potra’ fronteggiare la grande
carenza di mascherine e di altri macchinari di terapia intensiva
anche avviando intere nuove linee produttive. E poi ci sono i
sostegni alle imprese, a quelle che si sono fermate e quelle che
continuano a lavorare. Per gli autonomi, inclusi i lavoratori
del turismo e dello spettacolo, arriva una una tantum da 500
euro. Per tutte le aziende c’e’ la possibilita’ di usufruire per
nove settimane di cassa integrazione in deroga.
Come annunciato, vengono rinviate le scadenze fiscali e
vengono sospesi i mutui, fino a 18 mesi, per tutti coloro che
siano in difficolta’ economica, inclusi gli autonomi. Nasce un
fondo “di ultima istanza” da 200 milioni per aiutare chi nel
2019 aveva guadagnato meno di 10mila euro e ora a causa del
virus si e’ dovuto fermare. Chi ha continuato ad andare al lavoro
a marzo avra’ un bonus di 100 euro. Per le famiglie con i figli a
casa arrivano congedi speciali retribuiti al 50% fino a 15
giorni o in alternativa un bonus baby sitter da 600 euro che
salgono a 1000 euro per medici e tecnici sanitari. Ci sono
misure per proteggere gli autisti di scuolabus, i taxisti, i
postini. Rimborsi degli spettacoli, sostegno all’editoria.
La risposta del governo al probabile crollo del Pil vale
anche piu’ di una manovra (al netto dell’Iva nell’ultima legge di
bilancio c’erano misure per circa 9 miliardi). E non finira’ qui,
dal momento che Gualtieri ha gia’ annunciato nuovi interventi per
spingere i cantieri e dare ristoro a chi sara’ danneggiato
dall’emergenza. Ma la discussione sulle misure va avanti per
tutta la giornata, nella maggioranza e con l’opposizione,
sentita in teleconferenza sabato notte. Slitta il Consiglio dei
ministri e si protrae per ore il preconsiglio, la riunione
tecnica preparatoria cui partecipa anche Gualtieri e altri
ministri come Stefano Patuanelli. Italia viva lamenta che c’e’
troppo poco per autonomi e professionisti.
Il governo vorrebbe il sostegno dell’opposizione alle misure,
in uno spirito da unita’ nazionale. Ma per ora gli accenti si
mantengono critici. La Lega ottiene la sospensione generalizzata
dell’Iva fino a 2 milioni di fatturato e cassa integrazione
anche per aziende piccolissime ma si vede respinta la proposta
di rinviare plastic e sugar tax e fare il saldo e stralcio delle
“cartelle”: il governo, lamentano i leghisti, ascolta ma non e’
disposto davvero a “condividere” il lavoro sulle misure. “Su
fisco, lavoro e famiglie non ci siamo”, dice anche Fi. “Speriamo
si possa migliorare”.