A cura di Teresa Lucianelli:

Napoli. In Campania nessun caso di Coronavirus! Tutti negativi i tamponi effettuati al Cotugno – struttura di eccellenza di riferimento in città per le malattie infettive, altamente specializzata – riguardanti i casi sospetti assistiti in tre diversi presidi ospedalieri napoletani: Cardarelli, San Giovanni Bosco e San Paolo.
La direzione dell’ospedale Cotugno ha comunicato che nella giornata di oggi, sono stati effettuati 21 tamponi e sono risultati tutti negativi.
Già tutti negativi erano risultati i dieci tamponi della prima batteria.
Negativi pure il tampone effettuato sul sessantenne di Castellammare di Stabia. L’uomo è entrato al San Leonardo con codice rosso a causa di grave insufficienza respiratoria per una polmonite interstiziale grave.
Stando ai risultati, inutile qualsiasi allarme.

Un tampone per caso sospetto di Coronavirus, era stato inviato dal Cardarelli all’ospedale Cotugno di Napoli. In mattinata, nel presidio della Zona Alta è infatti morto un uomo ricoverato nel reparto di Gastro d’Urgenza da ieri pomeriggio, proveniente da una clinica privata. Il tampone è stato effettuato prima del decesso.
Il personale sanitario del reparto di Gastroenterologia in servizio oggi è rimasto bloccato nel nosocomio fino alla notizia del risultato quale indispensabile misura cautelare.
La salma era stata subito sistemata preventivamente in isolamento, per quanto i medici abbiano prontamente spiegato che il tampone è stato eseguito soprattutto per scrupolo. Infatti, dal quadro clinico dell’uomo erano emerse precedenti complicazioni, ovvero ai bronchite cronica. Per di più, il paziente era stato ricoverato per problematiche assolutamente differenti.
Altri due test erano stati effettuati e inviati al Cotugno tra ieri notte e stamattina, riguardanti un giovane di 19 anni proveniente da Milano, ricoverato all’ospedale San Giovanni Bosco, e un 48enne di Monza assistito all’ospedale San Paolo, che era stato conto da malore mentre partecipava come tunnel alla maratona di ieri a Napoli.
Tutti i tamponi effettuati, rientrano nei procedimenti attuali.

“Tamponi anche all’ospedale San Paolo, al Ruggi, al Moscati e a Caserta, salla prossima settimana. Attualmente il Cotugno può fare verifiche su 100 tamponi al giorno. Abbiamo 200 posti letto in Campania. Avremo anche noi eventuali spazi per quarantena sullo stile della Cecchignola come caserme, ma preparemo spazi anche negli ospedali”. Questi quanti annunciato da Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, nel corso della conferenza stampa a Palazzo Santa Lucia.

Ancora forti le polemiche sulla decisione del prefetto di Napoli, che ha annullato l’ordinanza di “misure concordi cautelari” adottata da tutti i sindaci d’Ischia che vietava l’ingresso dei turisti delle zone rosse.
Proteste sull’Isola Verde, concordi molti cittadini campani e del
Nord, seriamente preoccupati dal mancato controllo dei turisti provenienti da Lombardia e Veneto, regioni dove è in atto l’emergenza.
Seriamente allarmati dallo sbarco sull’isola degli autobus provenienti dal Nord Italia, gli isolani chiedono controlli per i turisti che sbarcano.
Numerose manifestazioni di panico, dure proteste al Porto, precise parole d’accusa a chi ha permesso il loro arrivo, è in primis appunto il prefetto che ha annullato la decisione dei sindaci ischitani che ieri
avevano siglato il divieto di ingresso per tutti coloro che giungevano da Lombardia e Veneto.
Più di 100 turisti avrebbero dovuto essere bloccati ma il prefetto si è assunto la responsabilità di annullare l’ordinanza, permettendo invece ai bus di sbarcare, tra le urla di dissenso dei cittadini.
Gli abitanti dell’isola precisano che invano hanno chiesto controlli, non hanno potuto sapere da quali città e paesi della Lombardia e del Veneto giungessero i turisti: “non è stato fatto nessun controllo medico, nemmeno è stata misurata loro la febbre. Nulla! Anche i carabinieri li proteggevano!”.
L’unico ospedale dell’isola non sarebbe attrezzato per reggere un’eventuale epidemia, sostengono i manifestanti: “Abbiamo paura del contagio”.

Il sindaco di Ischia, Enzo Ferrandino ha dichiarato: “Ieri erano diretti qui dei pullman con oltre 100 persone provenienti da zone colpite dal coronavirus. Non è un atto di razzismo: c’è bisogno in questa fase di emergenza di strumenti precauzionali. È fondamentale costruire dei cordoni di Sanità. Vanno attuate iniziative che permettano di circoscrivere il virus, evitando che si espanda. Stiamo cercando di tutelare le nostre Comunità, rispetto ad un rischio che obiettivamente c’è, evitando di trasformare l’isola d’Ischia, come la nave da crociera lasciata in quarantena. Non stiamo fomentando nessun allarmismo”.
Motivazioni ben precise che non possono essere ignorate.

A detta delle autorità nazionali e locali, su stanno mettendo in campo “tutte le misure possibili per contenere la diffusione del coronavirus”.
Chi viene dalla zona rossa del contagio dalle 17 di ieri non può più uscire dall’area, che è presidiata da posti di blocco. Nel frattempo, però in molti si sono spostati in altre regioni, inclusi centinaia e centinaia di turisti.

È salito a oltre 200 persone nel frattempo il numero di contagiati in Italia: 165 in Lombardia. Sei il numero di vittime.
Migliaia di persone attualmente si trovano isolate nelle aree focolaio dell’epidemia, incominciando dal Lodigiano, in Lombardia, a seguito del decreto per fronteggiare l’emergenza, che è stato finalmente emanato dal governo. Nella notte sono stati mobilitate le forze di polizia con disponibilità dell’esercito, per farlo rispettare. Intanto, in tanti si sono già spostati in altre regioni, creando ovviamente panico, e complicando la situazione.