“Dobbiamo valutare se ci hanno percepito come un corpo estraneo” dice Antonella Cerciello,
delle Sardine di Napoli, commentando il flop della
manifestazione indetta a Scampia. “Qui la realta’ e’
complessa”, aggiunge. “Probabilmente abbiamo utilizzato una
modalita’ di comunicazione sbagliata” aggiunge Bruno Martirani,
un altro dei promotori della manifestazione, “ma abbiamo
incontrato il Gridas ed alcune associazioni e torneremo a
Scampia, prima delle manifestazione nazionale del 14-15 marzo”.
Le Sardine, davanti alla stazione Piscinola-Scampia della
Metropolitana Linea 1 di Napoli, ancora chiusa per l’incidente
del 14 gennaio scorso, hanno raccolto poche decine di
simpatizzanti, qualche attivista del Comitato elettorale di
Sandro Ruotolo (“L’indicazione di votarlo c’e'”, dice Martirani),
Alex Zanotelli, due operai con le casacchine della Whirlpool e
gli ex trotzkisti de “La Comune”.
La distanza con l’altra piazza della sinistra che si e’
radunata in contemporanea davanti alla sede del “Comitato Vele”,
nei pressi della Villa Comunale, non e’ solo fisica, ma di
linguaggio. “Su Scampia ci vuole una contronarrazione – dice
Antonella Cerciello – perche’ il quartiere e’ cambiato”.
“Qua non cambia niente”, dicono ai giornalisti le donne di
“Cantiere 167” e del Comitato Disoccupati, ed aspettano l’
abbattimento della Vela verde e le risposte sul lavoro dal
Governo giallorosso.
Alle 17 il corteo della sinistra radicale, dietro lo
striscione “Scampia non si lega”, parte verso la Villa Comunale.
La Sardine decidono di inseguirlo, ma il contatto non riesce.
Appuntamento rinviato, promettono le Sardine.
“C’e’ stato un misunderstanding” dice ai giornalisti Michele
Esposito, della Sardine di Sorrento. “Non chiedeteci della
prescrizione – afferma Michele Festa – non siamo ancora un
soggetto politico, vogliamo ricucire lo scollamento tra la
sinistra politica e la sinistra sociale”. Ma questo richiede un
cambio dei dirigenti attuali della sinistra? “Certo”.