Diventa itinerante nelle scuole e da Eboli inizia il messaggio per la solidarietà
Il volontariato, è un’azione che nasce dalle persone che agiscono con coscienza in soccorso dell’umanità. Il loro sacrificio è immenso e quotidianamente, operano nel mondo in silenzio, perché le azioni che hanno un senso, non sono fatte con le parole ma, con i fatti che, danno valore alla vita. Questo volontariato ha un nome e si chiama “NOPC”, Nucleo Operativo Protezione Civile di Firenze identificato dalla persona di Massimo Pieraccini, Presidente dell’Associazione, conferitogli il titolo di Ambasciatore della Solidarietà della Provincia di Firenze nel mondo.
Tutto nasce da un’idea dei Linfoamici e dalla Mostra del Cinema di Venezia, che li ha visti protagonisti. Linfocamici, è un’associazione Onlus, che aiuta e assiste attivamente, i malati di leucemia e linfoma e purtroppo, non hanno distinzione di età, perché colpisce improvvisamente gli adulti, i ragazzi e spesso tanti bambini, che si ritrovano a giocare alla guerra, con un perfido nemico. Da qui, l’iniziativa di dare voce a chi lotta, a chi perde la battaglia e a chi invece, fortunatamente la vince, grazie anche alla donazione del midollo osseo. Per i Linfoamici, la voglia di parlare e di raccontare testimonianze e solidarietà, a volte con delle crude realtà che però, ci appartengono era diventata un’azione necessaria e l’unico modo per riuscire a condividerla all’esterno degli ospedali era tramutarla in documentario e il regista Dario Acocella, lo ha realizzato con film dal titolo “Il Dono”, che alla 76° Mostra Internazionale Cinematografica di Venezia, ha vinto, per il suo tema solidale, il Premio Starlight Awards 2019. Il Docufilm, inizia con le immagini comuni, di una città senza panorama, raccontate dalla voce di un ragazzo malato, che guarda per mesi e mesi, fuori dalla finestra dell’ospedale, senza vedere altro che tetti e finestre, alba e tramonti di giorni interminabili, nell’attesa del trapianto che è il regalo più importante della sua vita, il “Dono” della speranza, da parte di una persona che rimarrà sempre anonima. Il regalo non sarà una delle tante scatole da scartare ma un contenitore di sopravvivenza, che trasporta cellule progenitrici, per la cura dei pazienti. Le giornate sono sempre le stesse ma, per chi aspetta di ritornare alla vita, sono lunghe, piene di paura e guardando scorrere le ore, si attende una seconda possibilità, che deve arrivare solo grazie alla coscienza di qualcuno. C’è la malattia, la diagnosi, il terrore e la rabbia, poi le cure e infine la speranza della guarigione o come ultima spiaggia, la mano tesa da uno sconosciuto che te la porge, pur non conoscendoti e questo si chiama, altruismo umanitario. Intorno al malato, c’è un girotondo fatto di familiari, medici, infermieri, ospedali adibiti per la lunga degenza e poi ci sono gli angeli, persone generose che non si vedono, ma che viaggiano in tutto il mondo, per trasportare le donazioni che devono essere consegnate alle strutture ospedaliere, per i pazienti in attesa di trapianto. Il cortometraggio, racconta la vita dell’Ing. Massimo Pieraccini, Presidente del NOPC, Nucleo Operativo Protezione Civile – divisione logistica dei trapianti di Firenze, che da 27 anni, che insieme al suo gruppo di volontari, trasporta doni biologici destinati ai trapianti, in particolare il midollo osseo. Pieraccini ha iniziato per caso questo lavoro e non avrebbe mai immaginato che, sarebbe diventato la sua ragione di vita e da quando gli fu chiesto, di risolvere il problema di trasportare le donazioni, per dare un grande aiuto all’umanità, sono passati tanti anni. Da allora insieme al suo staff operativo, compiono circa 500 viaggi l’anno, con 10.000 vite salvate e un numero di volontari sempre crescenti, tanto da essere stati battezzati: gli “Angeli dei Trapianti”. Man mano gli angeli sono diventati circa 80, che viaggiano ogni qualvolta, ne necessita, dove per circa 4/5 giorni, si dedicano esclusivamente solo al recupero delle cellule e trasportarle, in un Kit di sopravvivenza, che si riconosce dalla scritta: “NO X RAY – NO DELAY”. Utilizzano i più svariati mezzi: auto, metropolitane, treni e aerei spesso in ritardo o cancellati, prendendosi cura del Box, come una mamma protegge il proprio figlio, perché in quella valigetta, trasportano una vita che deve rinascere. La loro missione è di correre a recuperare le cellule salvavita, devono costantemente monitorare la temperatura interna della valigetta, trasportarla con cura, avere prudenza e portarla a destinazione. Il “Dono” è il gesto che ti cambia la vita ovvero, sapere che hai fatto qualcosa di grande per l’umanità. Un Incontro con i giovani studenti di Eboli, per la sensibilizzazione sull’argomento, è stato organizzato dal Rotary Club Eboli e dalla Fondazione Barbara Vito Onlus di Santa Maria Capua Vetere, con il Patrocinio del Comune di Eboli. All’evento hanno partecipato le quinte classi degli Istituti: Liceo Scientifico A. Gallotta; Liceo Classico E. Perito; I.I.S Mattei – Fortunato di Eboli che, al Cinema Teatro Italia di Eboli, hanno visto il Film che ha raccontato una missione in diretta di Massimo Pieraccini. Un viaggio fra la Germania e l’Italia, vivendo l’attesa e l’emozione del lieto fine, di una vita appesa a un filo, con la consegna delle cellule del midollo osseo e le testimonianze di chi si è salvato grazie alla donazione. Gli studenti dopo la proiezione, hanno avuto modo di confrontarsi con gli ospiti in sala e come una prima cinematografica, hanno interagito con loro. Presenti il Presidente del NOPC Pieraccini; Cristiano Chindamo, il Responsabile Organizzazione e Logistica di Linfoamici; Rossella Piccini, Testimonial di Linfoamici, nonché mamma di Giacomo che, ha lasciato a tutti noi il motto: “La forza non è vincere ma, decidere di non arrendersi!”. Da questa dolorosa esperienza, Rossella si è attivata per trasmettere al mondo, che il “cancro non è contagioso ma l’amore si!” e quindi donare abbracci e midollo osseo è di primaria importanza per chi soffre. Presente anche il Dott. Giuseppe Brunasso – Presidente della Fondazione Barbara Vito Onlus (nata in memoria della moglie), combatte attivamente, per sensibilizzare e dare informazioni sulla donazione, aiutando a superare il muro della paura, che non aiuta le persone. La sua testimonianza, infatti, è stata quella di vedere spezzata la vita di sua moglie a causa di una donazione mancata perché, l’unico donatore compatibile, si era rifiutato per ben 3 volte, di offrire una parte delle sue cellule vive, a una persona che le aspettava con amore. Parlare di leucemie e linfoma, diventa tabù, fuori dagli ambienti ospedalieri come anche la parola “Donazione” dove non si conosce né il valore né il senso. Donare, significa regalare la speranza a chi non ha più nulla, significa sopravvivenza per chi lotta contro la vita dove, ogni cosa magicamente inizia ad avere un valore, come un insetto che vola, un sorriso, un abbraccio, o profumi ed emozioni che prima di allora, non si aveva mai avuto il tempo di apprezzarle. La vita scorre per tutti però, per una casualità o un destino già disegnato, in un momento non definito, per qualcuno qualcosa si ferma e tutto a un tratto, si aspetta un gesto di generosità da dove, un punto di arrivo, diventa un punto di partenza. Questo si chiama bene infinito per l’umanità o missione di salvataggio per la vita e sapere che si può aiutare semplicemente donando un sogno, significa conoscersi e riconoscersi nei nostri gemelli genetici, di qualunque razza o colore che siano. Donare significa anche sapere che prima o poi, si può essere nella condizione di ricevere. Il tema molto sentito tra i ragazzi, ha sviluppato un dibattito interessante, tra domande e risposte tra le parti. La curiosità di sapere come donare e la risposta che l’età media per diventare donatori di midollo osseo, è un gesto spontaneo che deve partire con coscienza e convinzione. Sapere che si può donare tra un’età compresa tra i 18 e i 40 anni, ma anche un po’ di più, ecco perché è necessario diffondere le informazioni ai giovani sulla donazione e per capire come sia semplice il gesto di prelevare le cellule, ci si può anche informare presso i centri ADMO. Per l’occasione era presente in sala, anche la responsabile ADMO di Eboli, Maria Rosaria Candido, che ha invitato i presenti a partecipare agli stand informativi che si svolgono nelle piazze, dove si spiega quali sono i test da fare e come iscriversi in banca dati. L’incontro è iniziato con il gong della campana del Rotary, che simboleggia il suono d’inizio e di fine giornata, battuto dal Presidente del Rotary International Distretto 2100, Francesco Scocozza e poi l’Inno Nazionale, cantato in coro. Moderatrici dell’evento Angela Clemente e Antonietta Caputo, che hanno presentato gli ospiti, tra cui il tanto atteso Massimo Pieraccini, che ha invitato i ragazzi a diventare Supereroi con il semplice gesto della donazione, perché le cellule del nostro corpo hanno un potere naturale di aiutare a guarire, le persone senza difese. Questo, porterebbe aumentare nel mondo il numero di sorrisi regalati, promettendo di prendersi senza paura, l’incombenza di correre tra un continente all’altro, nonostante le tante difficoltà, per compiere la sua missione. Si spera che questo incontro giovanile con professori e alunni, abbia risvegliato la coscienza, ma soprattutto l’informazione. L’attenzione è stata massima e anche la voglia di continuare a discutere su questo argomento interessante, specialmente da parte del Sindaco Di Eboli Massimo Cariello e dell’Assessore alle Politiche Sociali Giovanili, Carmine Busillo, tanto da cercare di farla inserire nel calendario della programmazione. Di una cosa siamo sicuri, che anche in terra esistono gli angeli e che dobbiamo iniziare a conoscerli bene da vicino, perché loro ci insegnano che il Dono ha un significato ampio, senza limiti e senza misure.
A Cura di Sabrina Abbrunzo