Appartengono a una ‘batteria’ piu’ vasta di rapinatori professionisti, tra i quali una donna usata
come palo in precedenti ‘colpi’, i due pregiudicati arrestati
dai carabinieri della Compagnia di San Donato Milanese, in
collaborazione con i militari della Compagnia di Napoli Stella,
ritenuti responsabili di una rapina del 18 maggio scorso ai
danni di una gioielleria di Segrate (Milano).
Domenico Tavano, 37enne, napoletano, e Luigi Alamaro, 29enne
di Giugliano (Napoli), erano il primo ai domiciliari, il secondo
in carcere per altre rapine commesse a Follonica (Grosseto) e in
provincia di Pesaro e Urbino: a Segrate si erano impossessati di
gioielli dal valore di 25 mila euro. I due erano arrivati alla
gioielleria a bordo di una Fiat Uno rubata.
Tavano era entrato distraendo la moglie del gioielliere col
preteso di vedere un bracciale. Poi era entrato Alamaro, armato
di pistola, che aveva costretto la coppia a entrare nel retro
del negozio, mentre il complice arraffava rotoli di bracciali,
catenine in oro giallo e bianco e dei girocolli. Fondamentale e’
stato il ritrovamento della Uno rubata con indumenti vari,
utilizzati per la comparazione del Dna. Poi i riconoscimenti
delle vittime (i due erano a volto scoperto) mentre, con le
immagini di varie telecamere, i carabinieri hanno rintracciato
una vettura ‘pulita’, una Mercedes Classe C, noleggiata da
Tavano.
Dalle analisi dei Ris di Parma sul Dna la certezza che
fossero loro e gli arresti.