Campagna vesuviana, splende a pochi passi dalla dimora dionisiaca o se preferite augustea, la masseria “Il Castello”. Un’oasi di pace e relax immersa in una natura inviolata, tra l’ombra di ulivi millenari e aranceti, dove la famiglia cutolo 1Gifuni, con a capo papà Carmine, anfitrione d’eccezione, accoglie con garbo e squisita ospitalità amici e clienti. Corona la bellezza del paesaggio “Il Castello”, una struttura ottocentesca restaurata da qualche anno, che sfidando i secoli e la storia, si erge imperioso in tutta la sua bellezza architettonica. Le sue pietre trasudano storia, le sue terrazze invitano una clientela sempre più esigente a rivolgere uno sguardo, come ebbe a dire la grande Matilde Serao, allo “sterminator Vesevo”, con le sue propaggini ricolme di uva catalanesca, dono da più secoli di quell’occupante spagnolo le cui impronte sono ancora visibili nel sud Italia. Il Castello, fu nel secolo scorso una proprietà della nobile famiglia napoletana Imbriani, che custodiva e utilizzava il sito come casale di campagna. Un aneddoto racconta che fu oggetto anche di un’azione cutolo 2giudiziaria della polizia borbonica che circondò il maniero a caccia di briganti. Negli anni a venire la struttura doveva subire il lento e progressivo disfacimento delle sue opere murarie, in mancanza di una legge nazionale che tuteli dimore storiche come questa. Ora il Castello ritrova il suo antico splendore grazie all’intuito e all’impegno di un imprenditore amante dell’arte. Trascorrerci un po’ di tempo è come sentirsi a casa propria. Il relax è assicurato, tra un tuffo in piscina e un aperitivo accompagnato da gustose stuzzicherie. Completano la struttura ricettiva il ristorante con una sala interna al piano-terra e un’altra al primo piano, mentre lo “chef de cousine” propone le sue specialità culinarie che cutolo 4rispecchiano la tradizione del territorio, un ottimo lounge-bar dove è possibile restare comodamente seduti in poltrona a godere il fresco della stagione estiva e un immenso spazio verde per conferenze e spettacoli. Qui il paesaggio costruisce la sua epica, la sua narrativa, fuori dal tempo in sintonia con la sua bellezza.

 

 

 

A cura di Salvatore Cutolo