E  con una settimana di preghiera e festeggiamenti cerca di addolcire il soggiorno degli ammalati e dei parenti che vi fanno visita.
Il nosocomio, nato nel cuore di Casoria da una donazione del dott. Vincenzo Ferrara, da sempre si distingue per la contemporanea cura del corpo e dello spirito. “Mens sana in corpore sano”, diceva Giovenale; ma giova sottolineare camillo 1che, quando lo spirito è sano, ne beneficia anche la salute. In molte strutture, purtroppo, spesso si dimenticano alcuni dei bisogni principali dei pazienti: l’umanità, il tatto, la necessità di un’assistenza morale e psicologica, che deve essere continua quanto quella medica. La presenza di personale medico e infermieristico attento ai modi come alle necessità degli ammalati, unitamente all’assistenza spirituale quotidiana dei Frati camilliani e delle suore figlie di San Camillo, rendono la struttura di Casoria accogliente come poche altre, ospitando pazienti non solo dell’hinterland napoletano. Dopo un periodo di convalescenza finanziaria, causata da soggetti laici che – carpendo la buona fede dei religiosi, ne avevano svuotato fraudolentemente le casse – il pronto soccorso giuridico e amministrativo dei camilliani, ritornati alla guida della struttura, ha portato ad una ripresa miracolosa, estirpando un cancro che aveva sviluppato metastasi nei bilanci e nelle prospettive future. L’intervento deciso di San Camillo de Lellis e l’intercessione di Regina Coeli, competente per materia per certe questioni, in pochi mesi hanno riportato la necessaria serenità, grazie al prezioso gioco di squadra di Padre Rosario Mauriello, Fratel Carlo Mangione e Padre Vincenzo Li Calsi, tre camilliani chiamati dai vertici ad assistere il convalescente ospedale che migliaia di ammalati ha avuto in cura in questi decenni.
La reliquia del cuore di San Camillo, custodita abitualmente a Roma, in occasione dei festeggiamenti è stata esposta nell’ospedale intitolato al patrono degli ammalati. Tale avvenimento appare tutt’altro che casuale, e ricorda una delle citazioni più forti di San Camillo de Lellis: “Più cuore in quelle mani”, più volte ricordata da Fr. Carlo Mangione, neo consigliere delegato della struttura, che cerca di trasmettere al personale il principio fondamentale dell’opera camilliana.
I festeggiamenti si sono onclusi domenica 12 luglio , con la celebrazione della messa da parte del Cardinale Crescenzio Sepe, alle ore 19,00, che questa volta si è trovato al cospetto di suore più tranquille, rispetto ad una delle sue ultime uscite.
Lodevole l’iniziativa “Un ponte con l’Africa”, attraverso la quale verranno raccolti fondi per la realizzazione di un ambulatorio sanitario nel Benin-Togo, dove da decenni i missionari camilliani portano aiuto a una popolazione che con grande dignità vive uno stato di bisogno, contrariamente ad alcuni popoli occidentali che riescono a lamentarsi anche del superfluo. Sebbene anche il nostro sud non attraversi un periodo favorevole, un piccolo sforzo è sempre possibile, soprattutto se si pensa che c’è sempre qualcuno più a sud di noi.