Vincenzo De Luca presente all’inaugurazione del Piccolo Teatro Porta Catena che ha visto la luce ieri sera. La movida riparte dal Piccolo Claudia Bonasi rendiamo simbolica mente questa apertura diventare luogo di incontro, scambio di relazioni umane e culturali al battesimo anche il sindaco Enzo Napoli, l’assessore alla cultura Antonia Wfflburger e il presidente Commissione Cultura Ermanno Guerra), ha colto l’occasione per dettare le linee guida di quella che dovrà essere la rinascita culturale di Salemo. «Questo piccolo teatro è una bella realizzazione: liberarlo, ristrutturarlo, non è stato semplice. Di fronte c’è la chiesa dell’Annunziata, l’unica di proprietà del Comune, dobbiamo usarla anche per attività culturali, rispettando la dignità del luogo, per concerti di musica classica, Ãàãñ³vescovo Bellandi è una persona di cultura, ci intenderemo». La missione «Siamo partiti da ground zero: dopo il terremoto, non c’era nulla. Abbiamo recuperato il teatro Pasolini, una gestione condivisa Comune-Regione da risolvere, l’auditorium dell’Umberto I che apriremo a breve, il delle Arti, il Ghirelli, e poi i palazzi Fruscione e Genovesi, i Barbuti, Santa Sofia, San Nicola e San Lorenzo. Se troviamo i soldi, salendo dal Fusandola arriviamo alla parre alta del centro storico, in un percorso dove si respira la storia, un distretto culturale ed estetico straordinario. Gli spazi ci sono, abbiamo il problema dei contenuti e della gestione. La cultura costa e dobbiamo investire: in politiche sociali e cultura è impossibile avere bilanci in attivo. Fate uno sforzo di internazionalizzazione, entrate in rete con realtà napoletane per scambio di produzioni; cercate di aiutare Salerno a ridiventare città elegante della cultura e della tolleranza. La movida ha perso qualità, si limita a vendere superalcolici taroccati a ragazzi di 13 anni che arrivano in coma etilico al Ruggi; la movida di cafoni non va bene. Dobbiamo espellere questi elementi e dare spazio a luoghi come questo da aprire anche la notte, con l’esibizione di giovani musicisti, magari del Conservatorio». La rete II Piccolo è dunque un altro punto luminoso nella rete diffusa degli spazi culturali sul territorio, che vede in Franco Aitano il leader máximo, gestito da Lab-Laboratorio teatrale e dal Mumble Rumble, insieme ad altre associazioni tra cui Arcoscenico, II Grimaldello, Teatrazione. Alfano, architetto e già assessore comunale alla Cultura, promotore di spazi culturali in aree in cui l’aggregazione giovanile è l’unica alternativa alla strada, sposa con questo progetto il modello Nuovo Teatro Sanità di Napoli, un contenitore aperto, luce nel buio di quartieri in cui l’attività culturale è soprattutto presidio di legalità, spazio di accoglienza, luogo in cui fare cose insieme. Alfano viene dall’esperienza del Mumble Rumble, che è uno dei rari spazi di aggregazione della zona orientale; il Piccolo Teatro Porta Catena, con i suoi 60 posti, punta ad essere un faro nel cuore antico della città, dove oltre a rappresentazioni teatrali si possono ospitare convegni, mostre, concerti. Il progetto era partito nel 2013 dal Mumble Rumble (con cui continua il dialogo) ed è andato avanti come esperienza territoriale, che aggrega gruppi teatrali, attori e registi. Dopo aver “militato” negli spazi attigui a Santa Sofia, poi divenuto Palazzo dell’innovazione digitale, il Lab, d’intesa col Comune, si è spostato nell’ex Auditorium San Giovanni di Dio e sarà, tra l’altro, luogo di incontro-confronto con il vicino rione Fornelle.