“Sarebbe importante consentire, mediante le procedure concorsuali, alle società pubbliche in difficoltà di continuare le proprie attività, per non interrompere i servizi nei confronti dei cittadini e per salvaguardare i livelli occupazionali”. Lo ha detto Vincenzo Moretta, presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Napoli, nel corso del forum “Crisi delle società pubbliche ed enti territoriali: proposte di rinascita”.
“L’attenzione della Corte dei Conti è aumentata con l’affermarsi di una giurisprudenza di merito dei tribunali fallimentari sulla fallibilità delle società partecipate, tranne quelle in house”, ha evidenziato Marco Catalano, sostituto procuratore della Corte dei Conti della Campania. “Quest’attenzione viene veicolata tramite un continuo e costante contatto con i revisori degli enti locali. Inoltre si cerca di stimolare quei procedimenti di autocorrezione del funzionamento delle società degli enti locali”.
“Le utilities danno lavoro a 130mila dipendenti e producono l’8% del prodotto interno lordo”, ha sottolineato Achille Coppola, segretario nazionale dei commercialisti. “Il problema è che al Centro-Sud molte di queste hanno dimensioni ridotte e non riescono a cogliere la sfida globale. Al contrario, al Nord le aggregazioni crescono e si intensificano. E’ necessario intervenire prima che si crei l’insolvenza, ma anche una volta che questa viene dichiarata c’è la possibilità di ripartire con le idee più chiare attraverso gli esercizi provvisori o le riassegnazioni”.
A fargli eco Maurizio Corciulo, vicepresidente Odcec Napoli. “Sarebbe opportuno un rilancio che preveda anche l’intervento di privati o il finanziamento di terzi, perchè sono realtà che detengono un patrimonio importante per il territorio”.
Stanislao De Matteis, magistrato della Sezione Fallimentare del Tribunale di Napoli, non crede “sia possibile configurare nell’ambito del rapporto tra società partecipante e società in house un’assenza di alterità soggettiva”, e il suo collega Nicola Graziano ha posto l’accento “sul disegno di legge relativo alla riforma della pubblica amministrazione che è in discussione in Parlamento: si parla di un rilancio delle società pubbliche, fondamentali per l’economia del paese”.
Per Eduardo Savarese, magistrato della Sezione Fallimentare del Tribunale di Nola, “una crisi di una società pubblica se ben gestita può consentire la conservazione dei posti di lavoro e il mantenimento di un servizio valido per la cittadinanza. L’eventuale interruzione di affidamento di un servizio a causa della crisi di una società determinerebbe grandi disagi”.
“La crisi e il conseguente fallimento delle società pubbliche coinvolge diversi interessi” ha rimarcato Ciro Esposito, docente dell’Università di Chieti-Pescara. “In primis i creditori sociali, che perdono la prospettiva del recupero dell’investimento realizzato. Poi la prosecuzione dei rapporti di lavoro e l’indotto di soggetti che hanno rapporti con la società pubblica. Infine i notevoli disservizi ai cittadini. E’ necessario intervenire e trattare la crisi come un cancro che affligge la società, attraverso soluzioni concordatarie”.
La manifestazione è stata introdotta dagli indirizzi di saluto di Lucio Di Nosse, presidente della Sezione fallimentare del Tribunale di Napoli. Sono intervenuti, tra gli altri, i docenti Roberto Bocchini, Antonio Caiafa, Arturo Capasso, Francesco Fimmanò; Dino Crivellari, amministratore delegato UniCredit Credit Management Bank; Giuseppe Di Martino, consigliere del Consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria; Eugenio Forgillo, presidente Tribunale di Avezzano.
Maurizio Maddaloni, presidente della Camera di Commercio di Napoli; Mario Santaroni, docente dell’Università degli Studi di Milano Bicocca; Fiorenzo Sirianni, direttore generale della Giustizia Tributaria presso il Ministero dell’Economia; Valeria Valente, segretario dell’Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati; Maria Rachele Vigani, consigliere nazionale dottori commercialisti ed esperti contabili; Sergio Zeuli, magistrato TAR Campania.