All’Azienda Ospedaliera Cardarelli di rilievo Nazionale, Patient Safety 3.0, Scuola Risk Management. Al Cardarelli la sede nazionale della Scuola per la gestione del rischio clinico
E’ stata inaugurata oggi all’interno dell’ospedale Cardarelli la scuola che si occuperà di formare i professionisti della sanità nella gestione dei rischi clinici, la sede partenopea della “School of clinical risk management”.
La gestione del rischio clinico in sanità è un’esigenza imprescindibile, un punto sul quale la Giunta Regionale ha voluto accelerare in maniera decisa. A marzo del 2017 la Regione Campania ha istituito per decreto il
Gruppo analisi eventi sentinella e monitoraggio dei piani di miglioramento, che coordina e raccoglie i dati
delle singole Aziende dotate anch’esse della funzione di gestione del rischio clinico e di un referente. Creando
di fatto una rete regionale. La scuola nata al Cardarelli è sostenuta sotto il profilo scientifico e didattico da
“Hospital & Clinical Risk Managers”, associazione che racchiude medici chirurghi specialisti, liberi
professionisti, ricercatori, dottorandi, ingegneri, avvocati, assistenti in formazione specialistica e molte altre
figure professionali che caratterizzano l’ambito sanitario. L’associazione, riconosciuta a livello internazionale,
si prefigge esclusivamente scopi scientifici e culturali, per supportare, implementare e coordinare l’azione degli operatori sanitari impegnati, per ruolo o funzione aziendale, nella realizzazione di politiche di qualità e sicurezza delle cure e delle strutture in cui le cure sono erogate. L’obiettivo è dunque quello di fare la propria
parte nella ricerca di una sanità che sia sempre più d’eccellenza, grazie ad iniziative che valorizzando la
gestione del rischio in sanità possano migliorare l’offerta di salute. Gli ambiti di azione sono i più vari: si va
dalla didattica e l’accreditamento formativo alla pubblicazione degli atti di incontri scientifici, pubblicazione
di articoli su riviste nazionali e internazionali e l’edizione di giornali e riviste tecniche e scientifiche di settore.
Ma cosa si intende per clinical risk management? Semplificando: è la scienza che in maniera “proattiva”
previene e riduce il rischio clinico. Essere proattivi significa lavorare con il supporto di metodologie e
strumenti utili a percepire in anticipo i problemi e i cambiamenti, così da pianificare efficacemente le azioni
da mettere in campo. E’ proprio in tal senso, dal marzo 2017 la Regione Campania ha istituito per decreto il “Gruppo analisi eventi sentinella e monitoraggio dei piani di miglioramento”, che coordina e raccoglie tutti i dati delle singole Aziende dotate anch’esse – ognuna – della funzione di gestione del rischio clinico e di un referente. Creando, di fatto, una rete regionale.
L’evento inaugurale ha previsto due giorni di lavori: la giornata di martedì 15 gennaio è stata aperta con un’intervento introduttivo del professor Enrico Coscioni e si è articolata poi in sei master class e due focus, declinati rispettivamente in due sottogruppi. Partendo dalle tradizionali teorie regionali e neoclassiche della crescita urbana e dello sviluppo, gli esperti si sono poi mossi seguendo le teorie dell’umanizzazione delle cure per tutti i cittadini/pazienti. L’obiettivo è la centralità della sanità pubblica con i concetti della prevenzione come item di riferimento per la riduzione dell’incidenza delle malattie cronico degenerative, la valorizzazione
dei concetti di mobilità attiva e passiva, dell’impatto dei contenziosi assicurativi per tutte le richieste di risarcimento da malpractice, dell’insieme degli standard da rispettare per tutte le forme di accreditamento all’eccellenza e per finire del monitoraggio delle performance che devono vedere il cittadino/paziente come
riferimento principe dei risultati di qualsiasi piano di miglioramento.
Stamane, alla presenza del presidente della Giunta regionale Vincenzo De Luca, è stata invece presentata la “School of clinical risk management” e l’offerta formativa 2019-2020. Di grande impatto sono state le due
Lectio Magistralis: “Percorsi Diagnostico-Terapeutici-Assistenziali come applicazione della patient safety nel
territorio” di Rosario Mete Presidente CARD Lazio e “La Responsabilità Professionale e la Sicurezza delle
Cure” dell’onorevole Federico Gelli, autore delle Legge 24/2017.
«Fin dall’insediamento della direzione strategica abbiamo introdotto, in linea con gli indirizzi del governo
regionale, tanti protocolli e tante iniziative – spiega il direttore generale Ciro Verdoliva – perché è fondamentale
riconoscere i primi sintomi di malfunzionamento in ogni processo assistenziale, soprattutto in un’Azienda che
ha il compito di “garantire salute”, facendo in modo che eventuali campanelli d’allarme siano affrontati prontamente, prima che si produca un danno al paziente. Anzi, la conoscenza e l’attuazione di protocolli e procedure correlate al rischio clinico consente anche di preservare gli operatori sanitari e l’Azienda stessa da possibili rischi di contenzioso. Inoltre, l’interfaccia tra le Aziende ed il Governo regionale rende più semplice la realizzazione dell’intento principale del Legislatore, finalizzato a garantire non solo il “diritto alla salute”, ma la qualità delle prestazioni sanitarie nel complesso sistema che ne è alla base».
Sulla stessa linea il professor Alberto Firenze, Presidente di HCRM (Hospital & Clinical Risk Managers). «Gli
errori – dice – fanno parte della natura dell’uomo e da questo punto di vista sono da ritenersi inevitabili. Questo
però non può consentire di adagiarsi perché è evidente che gli errori sono spesso favoriti da “fattori
contribuenti” di tipo organizzativo, sui quali si può e si deve lavorare. Bisogna rimuovere questi fattori, diminuendo la probabilità che un errore si verifichi. La società scientifica HCRM è un luogo di pensiero
comune e di interscambio culturale che amplifica il pensiero della prevenzione degli errori grazie allo scambio di esperienze, idee, iniziative che hanno un minimo comune denominatore: la sicurezza delle cure. L’altro versante è quello di creare e fortificare una vera e propria cultura della prevenzione degli errori, che cominci
anche a fare presa nelle nuove generazioni di medici che giungano pronte al letto del malato, a sviluppare una cultura della sicurezza oltre che della salute perché non c’è l’una senza l’altra. Ecco perché il nome della società racchiude in se il concetto del dove, “l’hospital”; del cosa, “il clinical” e del come, “il management”».
A cura di Valentina Busiello e Anna Tagliaferri