Mercoledì 12 dicembre 2018, la rassegna SACRO SUD – Anime Salve affidata alla direzione artistica di Enzo Avitabile, continua con l’inedito concerto di Vinicio Capossela intitolato “Leitourghia d’inverno” in programma alla Basilica di San Domenico Maggiore (Piazza S. Domenico Maggiore, 8/A – ore 21:00). Il concerto è ad ingresso gratuito fino ad esaurimento dei posti.
Dopo il concerto dalle sonorità gospel dei Tony Washington Singers, la rassegna
“SACRO SUD – Anime Salve”, affidata alla direzione artistica di Enzo Avitabile,
continua i suoi appuntamenti proponendo il sound particolare fatto di atmosfere jazz e popolari di Vinicio Capossela.
Il cantautore e scrittore irpino sarà di scena Mercoledì 12 dicembre nella Basilica di San Domenico Maggiore (Piazza S. Domenico Maggiore, 8/A – ore 21:00) con un progetto tutto nuovo per le feste intitolato “Leitourghia d’inverno” a base di strumenti acustici, a plettro, autofoni, corde e tamburi che ripropone la tradizione del canto pubblico come celebrazione rituale.
Il concerto è ad ingresso gratuito fino ad esaurimento dei posti.
La rassegna rientra nel più ampio progetto “Musica del Sud: identità e rivoluzione”, ideato e curato dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli e finanziato dalla Regione Campania a valere sul Programma operativo complementare (POC) 2014-2020 – piano strategico regionale per la cultura e i beni culturali- programmazione 2018.
Realizzata grazie anche al prezioso lavoro di “Black Tarantella”, ed affidata alla collaudata efficienza della “xeventi&Communications” per la comunicazione, la rassegna tornerà per Venerdì 14 dicembre 2018 alle 21:00 con Ernst Reijseger & Giovanni Sollima “Cello Duo” in programma alla Chiesa di Santa Maria Donnaregina Nuova.
SCHEDA
Cantautore, ma anche scrittore, personaggio eclettico ed intrigante, Vinicio Capossela è nato ad Hannover da genitori italiani. Esordisce nel 1990 con il lavoro discografico “All’una e trentacinque circa” che rappresenta il manifesto della sua musica fatta di sonorità esotiche, originali influenze jazz, ma soprattutto canzoni d’amore ispirate ad immagini di vita quotidiana (“Scivola vai via”, e “Stanco e perduto”). Incide successivamente gli album “Modì” (1991), dedicato al pittore Modigliani, e “Camera a sud” (1994) – non si discostano particolarmente in quanto a scelte musicali e testuali e aiutano a consolidare un nutrito numero di ascoltatori fedeli. “Il ballo di San Vito” (1996) segna una decisa svolta stilistica: è un disco più aggressivo e presenta Vinicio Capossela non più come un semplice cantautore ma come un personaggio eclettico, in molti lo paragonano al Tom Waits più sperimentale (ne “Il ballo di San Vito” suona Marc Ribot, storico chitarrista di Waits).
“All’ultimo anno di superiori scoprii Tom Waits. Mi misi ad ascoltarlo in classe, con il walkman, e da quel momento terminò il mio flirt con la chitarra elettrica e i gruppi rock: il mio interesse si spostò sul contrabbasso, sul sassofono, ma non era semplice trovare gente interessata a battere questa strada, perché tutti seguivano il rock.
(Vinicio Capossela)
Capace di entrare in tutti gli stili musicali e gli artisti diversi assorbendone e rielaborando in maniera sempre originale il materiale utilizzato, per questa sua caratteristica Capossela rappresenta certamente il più grande cantautore attualmente in circolazione, come dimostreranno gli album ed i libri usciti successivamente, e sempre premiati con affetto da pubblico e critica.