San Carlo in festa, otto minuti di applausi: allegro, leggero, giocoso, e’ stato un successo il ‘Così Fan Tutte’ di Wolfgang Amadeus Mozart, direttore Riccardo Muti con la regia della figlia Chiara Muti, nuovo allestimento per l’inaugurazione della Stagione d’Opera e Danza coprodotto con la Wiener Staatsoper, che ospiterà il capolavoro mozartiano nel 2020. Applausi convinti anche per tutti gli interpreti, la svedese Maria Bengtsson (Fiordiligi), Paola Gardina (Dorabella) Alessio Arduini (Guglielmo) il russo Pavel Kolgatin (Fernando) Emmanuelle de Negri (Despina) Marco Filippo Romano (Don Alfonso). Leila Fteita firma le scene, Alessandro Lai i costumi, che a sorpresa si illuminano.
Nel palco reale la Presidente del Senato, Maria Elisabetta
Alberti Casellati, i ministri dell’economia, Giovanni Tria, e
dell’Ambiente, Sergio Costa, il sottosegretario alla Presidenza
del Consiglio Vincenzo Spadafora, il presidente della regione
Campania Vincenzo De Luca, il sindaco di Napoli Luigi de
Magistris (presidente della Fondazione, ”orgoglioso per la
forte presenza istituzionale”) , il procuratore nazionale
antimafia Federico Cafiero de Raho la sovrintendente Rosanna
Purchia, Filippo Patroni Griffi presidente del Consiglio di
Stato.
Il celebre dramma giocoso in due atti di Mozart su libretto
di Lorenzo Da Ponte, ha come è noto Napoli sullo sfondo. La
scelta stilistica della regista è stata quella di non collocare
l’azione in una epoca precisa anche se i costumi pastello
rimandano al 700, tenui come i veli e tulle usati come sipari e
per le scene dove le pareti si riflettono in una ‘scatola’ con
un effetto abbagliante. L’idea è quella di una ‘sospensione,
metafora dei nostri umori’ visione di una opera che la Muti
conosce profondamente e definisce “metafisica, una riflessione
profonda sugli esseri umani”. Ed è per questo che la scena evoca
una Lanterna Magica ”fatta di specchi che riflettono ciò che
siamo nell’immaginario di chi ci sta intorno. Noi siamo
attraverso lo sguardo degli altri”. Senza dimenticare il mare
sullo sfondo. Le luci sono di Vincent Longuemare, maestro del
Coro, Gea Garatti. Quattro le repliche fino al 2 dicembre.
Calorosissima ( c’e’ anche uno striscione da stadio firmato da
studenti liceali) e non poteva essere altrimenti è stata
l’accoglienza per Riccardo Muti sul podio dell’Orchestra e del
Coro del San Carlo, atteso ritorno al Massimo della sua città
natale, per la lirica. Sono infatti trascorsi ben trentaquattro
anni dal dicembre 1984 quando diresse il Macbeth di Verdi per
la regia di Sandro Sequi, scene e i costumi di Giacomo Manzù.
‘Così Fan Tutte’ , sottotitolo ‘La scuola degli amanti’, è un
gioco d’amore articolato in un geometrico intreccio che
coinvolge i quattro protagonisti travolgendoli. Per Muti è
sicuramente uno dei titoli del cuore, più amati ed eseguiti,
dalla ‘prima volta’ a Salisburgo nel 1982 in una storica
produzione più volte al festival di Karajan e che arrivò anche
a La Scala; tra le tante esecuzioni anche quella del 1994
quando Muti diresse l’opera mozartiana a Vienna con la regia di
Roberto de Simone, fino ad arrivare ad oggi, con la regia della
figlia Chiara, che il capolavoro lo ha respirato in casa, ancora
una volta nel segno di Napoli. La Muti (che aveva gia’ firmato
al San Carlo le Nozze Figaro) ha assistito allo spettacolo in
platea, godendosi in trionfo annunciato e poi e’ salita sul
palco per salutare il pubblico. Nel bel programma di sala anche
una delle frasi celebri che Mozart scrisse al padre, augurandosi
di avere una commissione dal San Carlo ”Con un opera per
Napoli ci si fa più onore e credito che non dando cento
concerti in in Germania”.