La malattia mentale va curata, quandonecessario, fuori dal   carcere e con il supporto dei servizi sanitari territoriali. E’ questa una delle novita’ previste dalla riforma dell’ordinamento penitenziario appena approvata dal
Consiglio dei Ministri e che attende ora il parere non vincolante, e non scontato, del nuovo Parlamento. Attesa   datempo,  potrebbe portare i detenuti con una grave patologiapsichiatrica ad ottenere l’affidamento terapeutico presso i Di partimenti  Salute Mentale, “ma il fatto che sia a costo zerola rende difficilmente praticabile”, spiega all’ANSA MicheleMiravalle, coordinatore dell’Osservatorio Antigone.”Le ricerche sulla salute mentale in carcere dimostrano ch eoltre il 50% delle circa 60mila persone private di liberta’soffre di una qualche patologia mentale, dall’ansia alle psic osigravi: un numero molto maggiore rispetto a chi e’ fuori dalcarcere, dovuto anche alle attuali condizioni detentive e a cuicorrisponde un numero di psicologi e psichiatri inadeguato”,
sottolinea Miravalle.