Adriano Pantaleo, noto attore di teatro, cinema e tv, esordisce come regista con il cortometraggio “Sensazioni d’Amore” prodotto da PierPaolo Verga per O’Groove e TerraNera. L’idea nasce da un raccontro breve di Marco Marsullo letto alcuni anni fa, Adriano Pantaleo ha poi scritto la sceneggiatura, con lo stesso Marsullo, ispirandosi al reale fenomeno dei cantanti neomelodici.
Oltre 60 comparse e 15 attori professionisti sono stati messi in campo per realizzare l’opera prima di Adriano Pantaleo, un lavoro davvero impegnativo, su cui ha voluto scommettere il produttore PierPaolo Verga per
O’Groove. Proclamata “miglior produzione” ai David di Donatello 2017, O’Groove non ha esitato a credere nel progetto del giovane e promettente regista.
Selezionato tra oltre 1500 corti provenienti da ogni parte del mondo, l’opera prima di Adriano Pantaleo è ora in finale ai Fabrique Awards 2017 giunto alla terza edizione.
La premiazione avrà luogo il 15 dicembre ore 21 presso lo Spazio 900 di Roma, dopo il verdetto della giuria composta da
Valentina Lodovini, Christian Halsey Solomon e Alessandro Usai e presieduta dal noto attore Willem Defoe.
La proiezione ufficiale si terrà presso il cinema Avorio di Roma il
giorno mercoledì
13 dicembre
ore 19.20.
SINOSSI.
Ogni bambino nasce con una melodie nel cuore.
La musica, a Napoli, è al centro della vita di ogni persona.
A Napoli, molti ragazzi, sognano di fare i cantanti e alcuni ci riescono: Marco Marsù è unodi questi.
È il giorno della festa del diciottesimo compleanno di Annarita Milonga. Geggè, il padre della festeggiata, come ogni padre, vuole che sia un giorno indimenticabile della vita di sua figlia e per questo le prepara ‘o regalo cchiù bell’ ro munn’: Marco Marsù, canterà per lei alla sua festa.
Ma Geggè è anche un uomo di strada, un criminale, il capo di uno spietato clan
camorristico.
La festa per il compleanno di Annarita Milonga si trasforma, per il giovane cantante, in un sequestro in piena regola…
NOTE DI REGIA. “
Sentivo fortemente l’urgenza di raccontare l’universo dei cantanti neomelodici utilizzando però un punto di vista insolito, uno sguardo diverso: quello del cantante appunto. La mia idea era quella di fare un film che non fosse assolutamente “giudicante”.
Ho sentito la necessità dunque di utilizzare codici diversi da quelli con cui siamo solitamente abituati a vedere raccontato questo mondo e di cui siamo spesso assuefatti, dei codici più moderni e meno realistici. Ho pensato che la leggerezza potesse essere un modo nuovo di affondare l’occhio nel reale, di raccontare quei meccanismi che attanagliano questo universo, e non solo, facendo in modo che il pubblico potesse percepire certe dinamiche come universali. La strada della commedia nera dai toni grotteschi e talvolta esasperati, come d’altronde sono i ricevimenti di una “certa Napoli”, mi è sembrata rispondere a queste esigenze e per fare in modo che il film mantenesse uno spessore anche di indagine sociale ho optato per un finale crudo e reale, sottolineando così l’inevitabile destino tragico di chi si trova intrappolato nel “sistema” camorra anche essendone totalmente fuori, o se vogliamo ai margini, suo malgrado