Nel 2016 in Italia sono state uccise 115 donne, prevalentemente per mano del marito, del compagno o dell’ex. Il 2015 ha visto 120 vittime, 117 donne sono state uccise nel 2014 e ben 138 nel 2013. Lo riferisce SOS Stalking:
da gennaio a oggi le donne che hanno perso la vita sono 84, contro le 88 a novembre 2016 e le 87 a settembre 2015. Di queste 84, due erano incinte e i rispettivi feti, di 5 e 6 mesi, sono morti insieme alle madri. L’elenco per regioni indica in Lombardia il numero piu’ alto di donne assassinate, 11, seguita da Veneto, Emilia Romagna e Campania (8), Sardegna (7), Toscana, Piemonte e Sicilia (6), Lazio e Puglia (5), Abruzzo (4), Liguria (3), Trentino, Friuli e Calabria (2) e Marche (1). Ci sono poi le vittime secondarie, bambini o ragazzi che, in seguito al delitto, rimangono orfani di madre o, in caso di omicidio-suicidio, di entrambi i genitori: in questi 11 mesi ce nel sono stati 60, eta’à media fra 5 e 14 anni. I dati parlando di “una donna uccisa ogni tre giorni, un’emergenza a cui la politica continua a non prestare adeguata attenzione – afferma l’avvocato Lorenzo Puglisi, presidente e fondatore dell’associazione, sottolineando come “rispetto agli anni precedenti, non ci sia stato alcun progresso. I numeri dei femminicidi restano in media con i tre anni precedenti, senza apparenti flessioni e questo, anche per carenza di contromisure idonee come il braccialetto elettronico”. Il 20% dei femminicidi e’ stato preceduto da una misura cautelare che disponeva un divieto di avvicinamento, “il che da’à l’idea dell’insufficiente potere dissuasivo di un provvedimento che, restando unicamente sulla carta stampata, non fornisce alcuna reale garanzia per le potenziali vittime”.