Questa mattina una delegazione degli Ex detenuti organizzati di Napoli, di “Je so pazz ex Opg occupato” e di Gioco di Squadra Onlus, è stata ricevuta nel carcere di Poggioreale. Tre militanti sono stati accolti dal vicedirettore Ciro Proto, dal dirigente sanitario Bruno Di Benedetto e da Manlio Russo, medico che si occupa di salute mentale. “Qui il sovraffollamento esiste sempre” ha esordito Pina Vittozzi in rappresentanza degli ex detenuti. “Conosciamo le condizioni in cui vivono i detenuti, fino a nove persone in una stanza e dobbiamo ottenere che, almeno, non si vada oltre i sei/sette ristretti per cella”. Un numero comunque alto ma meno inaccettabile di quel che succede oggi e, in questo senso, da Poggioreale fanno sapere che si impegneranno ma anche che, ad oggi, la sentenza Torregiani è rispettata. “Noi saremo sempre qui a lottare per una detenzione dignitosa” ha chiosato la Vittozzi che è moglie di Pietro Ioia, storico leader e fondatore dell’associazione che riunisce gli ex detenuti di Napoli. In questa giornata non è mancata l’occasione per conoscere le sorti di uno specifico detenuto che si sta seguendo: “Ho chiesto al dirigente sanitario in merito a Carlo Oliviero, un detenuto che la nostra associazione segue da tempo e che è affetto da un calcolo al rene, per cui ha subito tre ricoveri anche nel Padiglione Palermo del Cardarelli. Sta bene e sta ricevendo le cure di cui necessita”. Sulla poltrona vacante di direttore del carcere si è soffermata Carmela Esposito, presidente di Gioco di Squadra Onlus: “Il nuovo direttore sarà in carica per la fine di ottobre. Al momento non si sa chi potrebbe essere. Anche se lo stesso vice direttore, dottor Ciro Proto, si è candidato a ricoprire l’incarico”. Altre novità sono state annunciate da Antonio, uno dei tanti ragazzi che animano “Je so pazz ex Opg occupato”: “Ci sono state promesse, sempre per fine mese, delle novità anche riguardanti l’accettazione e l’accesso dei parenti dei detenuti ai colloqui. Questi saranno agevolati da procedure facilitate rispetto al passato. Sulla sanità serve chiarezza e che finisca il rimpallo di responsabilità fra amministrazione penitenziaria e Regioni che va a discapito della salute dei detenuti”. Sulla nuova modalità di accesso al carcere e su nuove opportunità per detenuti e familiari, si è soffermata ancora Carmela Esposito: “La saletta sarà spostata, l’accesso cambierà e al momento mancano solo gli arredi. I parenti dei detenuti non saranno costretti a lunghe attese all’esterno ma staranno al chiuso. Una fila non ci sarà più anche perché sarà istituito uno sportello bancomat con una scheda, grazie alla quale i parenti potranno caricare i soldi per il loro congiunto in carcere, che già oggi dispone di un apposito libretto. Soldi che vengono usati per la spesa settimanale ed è una cosa buona perché se oggi occorre fare tre file per entrare, presto bisognerà farne solo due. Abbiamo inoltre chiesto che gli avvisi siano più leggibili e più visibili perché spesso passano inosservati come quelli relativi a cosa si porta nei pacchi.
In merito alle condizioni di vita nel penitenziario: “Abbiamo chiesto – ha proseguito la Esposito – che le coperte siano sterilizzate più spesso (ci sono stati casi di scabbia) e il vicedirettore ci ha detto che aveva già pensato di richiederne altre. Altra importante novità, il fatto che i detenuti potranno avere dei cappellini invernali perché spesso capitava che a causa del freddo i ristretti si vedessero costretti a tagliare le maniche dei maglioni per farne dei cappelli di lana”. Focus sull’altro tema caldo, la salute in carcere: “Per quanto riguarda la sanità abbiamo parlato col dottor Manlio Russo che da novembre fa ambulatorio a Poggioreale e le ore sono anche aumentate, 36 settimanali. In più possono effettuare con mezzi propri il Tso, altra cosa importante. Quello che preoccupa è che non essendoci più le strutture psichiatriche, Poggioreale si sta riempiendo di detenuti afflitti da problemi psichici. Segnatamente il Padiglione Firenze ci dicono ne accolga diversi e molto spesso si tratta di situazioni di tossicodipendenza non capite nell’immediato. Così come vi sono persone all’apparenza calme ma che hanno alla base problemi psichici molto più gravi. Questo problema è stato sollevato anche dagli stessi agenti della Penitenziaria, serve inoltre aprire il padiglione Genova (finito ma chiuso) e assumere personale anche fra gli infermieri, visto che sono pochi e il servizio è esternalizzato”.
Sui medicinali, continua la militante: “Dal carcere sostengono che questi arrivano regolarmente tutti ma soprattutto che ci sono anche gli specialisti. In questo modo si può stabilire prima la compatibilità di un detenuto col carcere, spostarlo al centro clinico, a casa o in ospedale. Ci è dispiciuto sentire che talvolta i medici relazionino che il detenuto abbia talune necessità affinché il magistrato possa disporne ad esempio i domiciliari ma poi questi malati restano o tornano in carcere nonostante tutto. Ci chiediamo come mai sia stato costruito l’ospedale del Mare senza un posto per i detenuti, così come ci chiediamo perché se il Cardarelli oltre al Padiglione Palermo ha messo altri due posti per la chirurgia, il Pascale si rifiuta di ricoverare i detenuti. Lì ci si ferma al pre-ricovero, come confermatoci dal dirigente sanitario, ma di ricoverare i detenuti non se ne parla. Chiederemo un incontro con il Presidente della Regione, Vincenzo De Luca, e chiederemo al dottor Di Benedetto di farci compagnia per portare la sua competenza. Di buono c’è intanto che è stato fatto un contratto e sono arrivate le nuove ambulanze per il trasporto dei detenuti, in luogo di quelle molto fatiscenti in uso fino a poco tempo fa”. Per avere un’idea della situazione recente, Pina Vittozzi ha raccontato che una volta un detenuto cadde col lettino per strada, in quanto si aprirono le porte dell’ambulanza mentre era in movimento, una vecchia ambulanza che aveva i ganci difettosi.
Spazio infine per qualche altra buona notizia: “Ci sono delle nuove attività, una delle quali sarà anche riconosciuta dal Comune di Napoli – ha spiegato Carmela Esposito – come un corso per operatore turistico. Questo è importantissimo perché nessuna attività svolta in carcere è riconosciuta dalle istituzioni”. Pina Vittozzi ha quindi ricordato il progetto attuato da Pietro Ioia nel 2009, denominato “Esco Dentro”. I detenuti accompagnavano i turisti ovunque sbarcassero a Napoli, evitando che fossero scippati. Poi il progetto fu dismesso, fino a oggi che sta per essere reintrodotto e riconosciuto. Antonio dell’ex Opg ha evidenziato che è in programma un incontro (sempre oggi a Poggioreale) coi presidi delle scuole secondarie per capire se si può fare in modo che un detenuto possa completare un intero ciclo di studi dietro le sbarre. “La cultura è importante anche per essere consapevoli dei propri diritti” secondo l’esponente di Je so pazz. Infine, prevista per oggi anche la prima visita in carcere nelle vesti di nuovo Garante dei detenuti della Campania, da parte di Samuele Ciambriello. Così la Esposito sul nuovo garante: “Ricordo che entrava come presidente dell’associazione “La Mansarda” nelle carceri, in cui lavora da anni e conosce le situazioni, per cui gli facciamo i migliori auguri e sappiamo che è già molto attivo”.
Fabrizio Ferrante
Riceviamo e pubblichiamo…