A cura di Teresa Lucianelli
400 animali bruciati vivi per ogni ettaro, 50 milioni di api arse vive, cancellata la produzione di miele e polline, migliaia di varietà vegetali in fumo nel Parco che fu bellissimo
Vesuvio: Per ogni ettaro di macchia mediterranea bruciato, sono morti in media 400 animali tra mammiferi, uccelli e rettili; inoltre sono migliaia le varietà vegetali distrutte o gravemente danneggiate; bruciate vive 50 milioni di api. Del tutto cancellata la produzione di miele e polline. Angosciante il bilancio dell’incendio che ha devastato il Parco. Un’area del tutto annientata e purtroppo la situazione è destinata a peggiorare ulteriormente. Per quanto riguarda gli insetti, la mancanza di orientamento causata dal fumo sui sopravvissuti porterà purtroppo altra distruzione: si calcola che almeno il 20% di essi sta morendo, aggravando ulteriormente il bilancio già raccapricciante che delinea una autentica strage causata dalle fiamme che hanno arso le arnie in un abbraccio di morte.
Sono raccapriccianti i dati dell’analisi che Coldiretti ha diramato a seguito delle segnalazioni giunte dagli apicoltori dell’area vesuviana, prioritariamente dall’Ercolanese sulla base di quanto rilevato dagli esperti del Conaproa, Consorzio Nazionale Produttori Apistici in Campania i quali sottolineano che gli incendi che hanno devastato l’area del Vesuvio hanno coinvolto conseguentemente pure i nuclei di fecondazione. 100 i nuclei di riproduzione distrutti nell’azienda La Fattoria Biagino, tra i maggiori produttori della zona. Sono bruciate nel rogo queste “casseforti genetiche” sulle quali gli apicoltori avevano lavorato per decenni, con puntuale impegno mirato proprio alla salvaguardia del patrimonio genetico, partecipando tra l’altro anche a convegni ed incontri internazionali con questo specifico fine di tutela.
Distrutte tra l’altro, le arnie nelle zone di Licola e ad Agnano, devastando la riserva naturale degli Astroni.
La Coldiretti sottolinea con evidente preoccupazione: “L’incendio colpisce un comparto già fortemente messo in crisi dalla siccità. Le api erano già in sofferenza per le scarse precipitazioni che hanno ridotto la disponibilità di fiori, con conseguenti interventi di sostegno con acqua e zucchero. I roghi che stanno colpendo l’intero territorio nazionale rappresentano un gravissimo danno economico e ambientale tanto che ci vorranno almeno 15 anni per ricostruire i boschi andati a fuoco”.
Oltre alle stragi degli animali che vivevano nel Parco, la Coldiretti denuncia che “sono migliaia le varietà vegetali danneggiate dagli incendi come i boschi di querce, di faggio, di castagno, di cerro, ed anche i funghi e le erbe aromatiche. Nelle foreste andate a fuoco saranno impedite anche tutte le attività umane tradizionali del bosco come la raccolta della legna, dei tartufi e dei piccoli frutti, ma anche quelle di natura hobbistica come i funghi che coinvolgono a settembre decine di migliaia di appassionati”.
Gravi i danni diretti alle coltivazioni agricole, le perdite di animali a causa della distruzione di numerosi fabbricati rurali. Non si contano le disdette negli agriturismi la cui economia è in ginocchio.