A pochi giorni dall’inaugurazione a Londra di un nuovo punto vendita, il primo in assoluto oltre lo storico chiosco giallo di Mergellina, per lo Chalet Ciro non arrivano buone notizie. Il Comune di Napoli infatti non ha rinnovato la ciro-1concessione di suolo pubblico per lo chalet, costringendolo di fatto ad adeguarsi al regolamento entrato in vigore nel 2014, che prevede un massimale di 20 metri quadrati di occupazione di suolo pubblico per i chioschi, corrispondenti a non più di cinque tavolini; dieci volte di meno rispetto ai 50 di cui disponeva Ciro. Tavolini per cui il locale versava nelle casse del comune oltre 50mila € con causale C.O.S.A.P. (Canone per l’Occupazione di Spazi ed Aree pubbliche) all’anno. Non è la prima volta che succede, già nel 2015 infatti c’era stato il rifiuto del Comune alla concessione, risoltosi però nel ricorso di Antonio De Martino, il titolare di Ciro a Mergellina, accolto dal Tar della Campania. Il patròn dichiara che è già pronto a presentare un nuovo ricorso, ma nel frattempo, continua, rischia di dover licenziare oltre 20 dipendenti degli oltre 70 a cui da lavoro.

La notizia non è passata inosservata e l’opinione pubblica si è divisa. Da un lato c’è chi difende Ciro, che è ciro-2indiscutibilmente uno dei simboli (culinari e non solo) della città ed un punto di ritrovo. Dall’altro lato ci sono i sostenitori di questo provvedimento, che non per forza sono dei traditori della patria. Uno dei motivi per cui probabilmente è stata attuata questa scelta, e per cui è supportata dai residenti e non solo, è l’innegabile problema legato al traffico, che si crea per tutta Mergellina, quotidianamente, ma soprattutto, chiaramente, nel week end, anche a causa dei parcheggi selvaggi in terza e quarta fila di chi si siede da Ciro e per un paio d’ore se ne infischia di cosa gli succeda intorno. E’ vero, quei marciapiedi adesso sembrano tristi e vuoti, e per prendere il cono-graffa-gelato probabilmente ci si parcheggerà ancora in quinta fila; ma i tempi di permanenza saranno ridotti drasticamente e magari con una buona dose d’ottimismo potrebbe anche scaturirne un notevole calo del numero di parcheggiatori abusivi presenti in zona (per dire scomparsa bisognerebbe iniziare, purtroppo, con “C’era una volta…”).

A cura di Piergiorgio Cocco Petoia