Non piu’ famiglia, ma famiglie. Tra unita’ monoparentali, omoparentali, ricostituite, immigrate, allargate, negli ultimi anni e’ cambiato anche il modo di declinare il termine che definisce la cellula fondamentale della societa’. In una fase di profondi mutamenti, genitori e figli sono chiamati a ripensare il loro ruolo all’interno delle nuove famiglie e la psicologia deve rapportarsi a una schema complesso per intervenire in contesti che si evolvono costantemente. Partendo da questa premessa, l’Istituto italiano di psicoterapia relazionale (Iipr) ha coinvolto istituzioni, magistrati, assistenti sociali e rappresentanti di associazioni e cooperative che si occupano di famiglia e genitorialita’, con i quali si costruiranno contesti stabili di confronto. Una riflessione che si e’ avviata con il convegno dal titolo ‘La funzione genitoriale tra cambiamento e stabilita”, coorganizzato a Napoli da Iipr, Comune di Napoli e Ordine degli Psicologi della Campania. La discussione si e’ aperta con i saluti del sindaco Luigi de
Magistris. “Siamo molto attenti ai rapporti umani, alle
relazioni sentimentali, all’evoluzione del diritto e della
societa’ – ha ricordato il primo cittadino – Allo stesso tempo,
siamo impegnati affinche’ nel dibattito politico si possa
affrontare il tema delle genitorialita’ o delle adozioni tra
persone dello stesso sesso. Il legame forte e’ dato dall’amore e
dal sentimento, la forma ha un suo valore, ma cambia con
l’evoluzione della societa'”.
Chiarendo che “e’ sbagliato pensare a una maggiore
conflittualita’ all’interno delle famiglie”, la presidente
dell’Ordine degli Psicologi della Campania, Antonella Bozzaotra,
ha sottolineato come sia “importante utilizzare il paradigma
della complessita’ per riuscire a studiare i nuovi modelli e a
comprenderli. Non possiamo piu’ immaginare solo la famiglia
nucleare e abbiamo la necessita’ di ripensare a come si
caratterizza la trasmissione intergenerazionale, in che modo si
possono trasferire risorse e saperi”.
A tal proposito, il responsabile della sede di Napoli
dell’Iipr Giovanni Madonna, introduce il concetto di
“changeability, ovvero una predisposizione al cambiamento per
affrontare la temperie culturali che stiamo vivendo. La
changeability costringe i giovani a realizzare quella che
definisco ‘la sindrome del funambolo’, colui che per stare in
equilibrio sulla corda deve costantemente mutare la propria
posizione del corpo. I genitori, che sono la generazione dei
conservatori, devono invece adattarsi alla ‘sindrome del
camaleonte’, perche’ sono chiamati a mutare continuamente pelle
pur di poter continuare a coltivare il loro mandato familiare”.
Il presidente della Societa’ italiana di psicoterapia
relazionale sistemica (Sipres), Francesco Canevelli, evidenzia
come “non sia cambiato l’essere genitori e figli all’interno di
queste nuove realta’. Il problema e’ comprendere come prendersi
cura delle nuove famiglie, tenendo presente che si tratta sempre
di relazioni altamente significative nello sviluppo delle
persone, genitori o figli che siano”.
I cambiamenti in corso nelle famiglie “predispongono
maggiormente all’esperienza del neglect – spiega il direttore
didattico dell’Iipr, Camillo Loriedo – un disturbo della
condizione spaziale. Le situazioni in cui ci sono divorzi, alta
conflittualita’, figli che vengono da diverse territorialita’,
danno luogo a una serie di discrepanze in cui i soggetti piu’
fragili possono essere trascurati. La tendenza sempre piu’
diffusa all’uso delle tecnologie fa si’ che dal punto di vista
emozionale si creino immensi silenzi, con scarsissima
partecipazione personale da parte degli individui, che tendono a
frequentarsi a distanza piuttosto che a confrontarsi
direttamente. Questo fa si’ che il neglect diventi una realta’
sempre piu’ diffusa”.
B.G