A cura di Valerio Giuseppe Mandile
Asprinio e Alberata aversana, canapa, mela annurca, prodotti caseari e grani antichi, caratteristiche nutrizionali e competenze agro-eno-gastronomiche: questi i principali argomenti al centro dell’atteso evento dedicato alle genuinità di Terra di Lavoro che si è svolto a Casal di Principe per la rassegna itinerante “Salute, Alimentazione e Bellezza, tutto quello che molti non sanno”, ideata e promossa dalla giornalista Teresa Lucianelli.
Esperti, specialisti medici, produttori campani, giornalisti e blogger in questo quinto appuntamento si sono confrontati sullo stato dell’arte delle attuali conoscenze in campo alimentare sui vari prodotti ai quali è stato dedicato l’incontro.
Con il preciso scopo di promuovere una corretta ed efficace informazione sulla sana alimentazione in Campania, si sono messi N contrari da Arbustum, del patron e chef Angelo D’Amore, che ospita anche un esempio di Alberata aversana.
Sono intervenuti: Giuseppina Siciliano, chirurgo vascolare, angiologo e specialista Metodiche antiaging non invasive; Davide Bianchini, nutrizionista, specialista in Alimentazione per sportivi e Gestione fame emotiva; Nicola Migliaccio, agronomo, fiduciario Slow Food Agro Aversano – Atellano; Nicola Rivieccio, esperto nell’Agroalimentare e giornalista referente Media agricoltori Campagna Amica; una rappresentanza di Fareambiente, guidata per la Campania da Francesco Della Corte, con Carmen Izzo e Alfredo Emanuele Di Bello; Raffaele Magliulo (vini tipici); Andrea Notaro e Decio Sommese (birra artigianale); Antonio Testa (legumi con metodiche tradizionali bio); Lorenzo Di Guglielmo (panificazione grani antichi).
Aziende specializzate nell’Alimentazione di alta qualità si devono di prodotti freschi e genuini caratteristici dei territori della Campania hanno partecipato alla seguita manifestazione. L’Antica Pasticceria Armando Scaturchio con il patron e chef pasticciere Armando Scaturchio; la Pasticceria Lombardi con il suo maestro pasticciere Aniello Di Caprio; i produttori Antonio Sagliocco e Caterina Pezone titolari di Masseria Cardilli, prodotti caseari bufalini di alta qualità; Antica Casearia Fierro, rappresentata per l’occasione dalla giornalista Valentina Nasso; Caseificio Cerullo, Birrificio Borbonico, Azienda agricola biologica per la canapicoltura “Nicola Migliaccio”, le aziende agricole “Forcinella” e “Abbazia della Ferrara” produzioni pregiate di legumi, gli agricoltori dell’Agrimercato di Campagna Amica, Cantine Magliulo, vini da vigneti autoctoni; Mulino Bencivenga. A introdurre, l’ideatrice della rassegna Teresa Lucianelli, giornalista professionista esperta in campo medico ed eno-gastronomico.
“La mela annurca è fonte di grande benessere. Ricca di vitamine, ottima e leggera nelle diete per bimbi e malati; grattugiata è astringente, ottima cotta per aiutare le funzioni intestinali e non solo grazie alle sue proprietà è indicata per rinforzare unghie e capelli. Toccasana per le nostre arterie se ne consigliano due al giorno per il sistema cardiovascolare” – ha spiegato Siciliano.
“La bufala campana fornisce delle ottime carni dal contenuto di grassi mediamente inferiore da quello dei bovini più comunemente consumati e questo può avere un impatto considerevole sui livelli plasmatici di colesterolo di chi l’assume, che sono legati alla quantità di grassi introdotti nella dieta, in particolare quelli di origine animale – ha precisato Bianchini – Alti livelli di colesterolo aumentano il rischio di malattie cardiovascolari, nella nostra società prima causa di mortalità. Per questi motivi spesso sono stati messi all’indice i prodotti caseari che invece rappresentano una valida fonte di proteine nobili e calcio e possono essere inseriti in un programma nutrizionale equilibrato anche due o tre volte la settimana”.
“I prodotti tipici del territorio casertano restano un giacimento unico nel suo genere.
Il valore inestimabile delle tradizionali competenze agricole, zootecniche, agroalimentari ed enogastronomiche di Terra di Lavoro e dell’Alto Casertano, indissolubilmente legate alle irriproducibili condizioni ambientali e climatiche della regione costituiscono un cardine unico e di sicuro riferimento per il benessere salutistico ed economico collettivo” – ha affermato Rivieccio.
Le birre borboniche, ottenute secondo metodo tradizionale in modo da conservare le proprietà benefiche del prodotto, come sottolineato da Decio Sommese e da Andrea Notaro, rappresentano validi esempi di bevande alcoliche di cui è stato dimostrato – in base a numerosi e validi studi scientifici che, assunte con moderazione, influiscono sulla riduzione delle malattie cardiovascolari e di patologie degenerative come l’osteoporosi ed anche alcuni tipi di demenza. Così pure il vino genuino, come gli autoctoni e storici Asprinio e Carditello, presentati con motivato orgoglio da Raffaele Magliulo. Un bicchiere di buon vino a pasto (per gli uomini anche due) offre questi benefici, come garantito anche dagli specialisti presenti.
Si è parlato di un tesoro tipico della zona, chiamato canapa: riscoperta recentemente – come spiegato dal cultore e coltivatore Nicola Migliaccio – è un prodotto di notevole interesse. La sua farina si differenzia sostanzialmente da quelle di frumento e similari perché vanta un contenuto di proteine uguale a quello di una fetta di carne, in cui, dato importante, manca il glutine. Riesce a fornire un apporto completo dal punto di vista degli aminoacidi essenziali (tranne che per la lisina) che sono in genere carenti nelle proteine vegetali. Va poi sottolineato che nella canapa vi è pure una quota di circa l’8% di grassi monoinsaturi omega-6 e omega-3 nell’ottimale rapporto 2:1 che permette loro di sviluppare al meglio nell’organismo i benefici sui livelli di colesterolo e trigliceridi plasmatici.
Questa farina, giacché ha un contenuto di carboidrati irrisorio, si presta ad essere unita a quelle tradizionali, meglio se integrali così da ottenere un prodotto (pasta o pane) con maggior apporto proteico e grassi di qualità. La percentuale di canapa nella pasta o nel pane può variare da un minimo del 10% fino anche al 30% del suo totale.
I grani antichi, importanti per incrementare la biodiversità e dare un’alternativa organolettica importante, richiedono una minore raffinazione rispetto al frumento moderno, particolare questo di rilievo per la salute. “È stato dimostrato che le farine integrali non raffinate hanno un effetto benefico sui livelli di glicemia nel sangue, agendo non tanto sulla velocità di svuotamento gastrico, quanto sulla mediazione insulinica che avviene in una parte più terminale dell’intestino, cosa che consente un minore stress per le beta cellule del pancreas che possono così lavorare meno – ha evidenziato il dott Davide Bianchini – Questo è importantissimo nel paziente diabetico. Inoltre la qualità del glutine presente in questo tipo di grani riduce la digestione impegnativa soprattutto nel medio intestino causa del gonfiore tipico, migliorandone la tolleranza per tutti ed in particolare gli affetti da ‘gluten sensivity'”.
Particolarmente apprezzata l’ampia parte musicale dell’evento, dedicata a canzoni antiche della Campania dal ‘400 ai primi del ‘900, da ascoltare, da ballare e da cantare tutti insieme, con l’incantevole voce della nota cantattrice Giò Siciliano, vincitrice di tanti premi e concorsi canori e teatrali. Alla fisarmonica il noto maestro e compositore Angelo Mosca, tra i migliori fisarmonicisti italiani. Insieme, sono riusciti a coinvolgere il qualificato pubblico presente, dedicando dei momenti intensi ed anche di grande gioia.
Nell’occasione: “Autentici falsi d’Autrice e i miei ritratti” mostra pittorica dell’artista Maria Bianco: copie di estrema precisione e volti di grande suggestione, dai tratti delicati e dai sapienti giochi di luce. Un contributo che ha impreziosito ulteriormente la riuscita kermesse.
Esperti e pubblico hanno potuto degustare, piatti caratteristici a base dei prodotti tipici del Casertano, in accompagnamento vini da vigneti autoctoni, come gli ottimi asprinio e carditello di Raffaele Magliulo. Delizie a base di farina di canapa, salumi di bufala. Squisiti formaggi assortiti freschi e secchi, al peperoncino, alle erbe di Cerullo. Creme e zuppe di legumi di Abbazia della Ferrara. Particolarmente apprezzate le lenticchie di montagna, coltivate con ottimi risultati nell’alto casertano ed i pregiati fagioli “perlini”. Non poteva mancare la mozzarella di bufala, regina del territorio: bocconi e bocconcini di Masseria Cardilli e di Fierro. Verdure grigliate, finocchi gratinati e in crudité, broccoli in tegame e friarielli in padella degli agricoltori di Campagna Amica. Gli eccellenti pani del Mulino Bencivenga.
Grande tributo alle autentiche e secolari eccellenze di Terra di Lavoro con la salutare torta all’annurca – mela impiegata anche per creme e gelatine – preparata da Armando Scaturchio, che ha trascinato i numerosi presenti in immancabili bis e anche tris, così come il fragrante e soffice panettone artigianale casertano di Aniello Di Caprio, appena sfornato.