Ecco le nuove regole fissate nell’accordo tra esercenti e residenti
C’è l’accordo sulla movida nei «baretti» di Chiaia. Ecco le nuove regole: i locali chiuderanno alle 2.30 il venerdì e il sabato. I tavolini resteranno negli spazi consentiti e, alla chiusura dei «baretti», verranno riportati all’interno dei locali. Sarà garantita la vigilanza privata per mantenere la sicurezza della zona e per consentire ai residenti di rientrare a casa in auto, moto o a piedi. Niente più musica dopo la mezzanotte se non in locali che tengano chiuse le porte o siano insonorizzati.
Il patto appena descritto in tutti i suoi punti è il frutto di una discussione che ieri ha impegnato dalle 15 alle 17.30 il presidente della Prima Municipalità Francesco de Giovanni con gli esercenti ed i residenti della zona da sempre al centro di un tira e molla per conciliare la vivibilità e il divertimento notturno. Si è partiti da posizioni distanti: i gestori dei locali avrebbero voluto allungare la chiusura dei «baretti» alle tre di notte, mentre per i residenti sarebbe stato giusto dire stop alla movida alle due. La mediazione tra le parti ha portato al risultato delle 2.30.
I gestori dei locali hanno chiesto un minimo margine temporale per adeguarsi alle nuove regole frutto dell’accordo di ieri. Ma oltre questo particolare, c’è una importante novità proposta proprio dagli esercenti. Un patto nel patto. Che prevede la presentazione alle autorità di esposti congiunti (firmati cioè da gestori e residenti) nel caso in cui qualche esercente non rispettasse i termini degli accordi appena siglati. Scatta dunque anche una vigilanza comune tra commercianti e residenti per evitare che qualcuno stia fuori dalle regole vanificando di fatto i punti dell’intesa raggiunta ieri.
Ma non è tutto. Il «patto per la movida di Chiaia» è destinato da subito a valicare i confini del quartiere. Francesco de Giovanni e i sottoscrittori dell’accordo chiedono ora un incontro al Comune di Napoli. L’obiettivo è quello di estendere anche alle altre zone della movida cittadina i contenuti dell’accordo faticosamente raggiunto ieri per la zona dei «baretti». Il motivo è chiaro: l’autoregolamentazione di Chiaia potrebbe infatti penalizzare il quartiere-simbolo della movida napoletana a favore di altre zone frequentate dai giovani dove i locali resterebbero aperti più a lungo e con minori obblighi. Insomma da Chiaia parte un appello a Palazzo San Giacomo affinché l’accordo sulla movida diventi una regola condivisa da tutta la città. Altrimenti — spiega il presidente de Giovanni — non avrebbe senso fissare le regole solo per una parte di Napoli. Chiudere i «baretti» alle 2.30 di notte mentre la movida di via Aniello Falcone o di Bagnoli prosegue indisturbata significa, oltre le penalità, effettivamente favorire zone meno controllate che non hanno avvertito l’esigenza di autoregolamentarsi. In attesa di un riscontro da parte del Comune di Napoli, la Prima Municipalità annuncia anche che al vertice previsto per il 6 dicembre in Prefettura sulla sicurezza al quale prenderanno parte le forze dell’ordine, saranno presenti rappresentanti di esercenti e residenti di Chiaia reduci dal patto firmato ieri.
Siamo ad una svolta? Ora tocca a Palazzo San Giacomo definire in via generale le regole della movida. I presupposti ci sono. E sono le basi sulle quali costruire il «nuovo corso» dopo mesi in cui la zona del «baretti» è finita al centro dell’attenzione per aggressioni, ferimenti che si sono aggiunti al disagio di fiumane di ragazzi ubriachi o, nella migliore delle ipotesi, rumorosi, protagonisti di un disagio forte vissuto dai residenti i quali hanno costituito anche più di un comitato per far valere le loro ragioni. Stessa operazione hanno fatto i gestori dei locali per i quali la vita notturna significa affari. Ora un accordo c’è. Prevede una movida «ordinata» e con regole chiare. Scritte per salvaguardare gli interessi di tutti.