Il calcio non e’ solo intolleranza, razzismo, cori beceri, violenza: c’e’ anche un calcio che sa interpretare i valori piu’ alti dello sport, educazione, formazione, solidarieta’, integrazione. E’ il messaggio che giunge da Como dove una squadra di calcio di bambini affetti da disabilita’ intellettiva e relazionale verra’ tesserata da una societa’ calcistica professionistica, proprio il Calcio Como, societa’ che milita in Lega Pro. Una squadra che sara’ gestita come tutte le altre formazioni del settore giovanile, in un’ottica d’integrazione rispettosa della loro diversita’.
Il progetto sportivo, “Fuori-Classe: la diversita’ come
risorsa di squadra”. unico nel suo genere, e’ stato presentato
oggi allo stadio Sinigaglia, in collaborazione con Fondazione
Somaschi, Azienda socio sanitaria territoriale Lariana e
Fondazione Provinciale della Comunita’ Comasca. Sono intervenuti
anche alcuni componenti dello staff e giocatori della prima
squadra del Calcio Como che hanno consegnato il materiale
sportivo a tutti i bambini partecipanti al progetto.
“Il calcio Como avra’ all’interno del suo settore giovanile
una sezione di bambini diversamente abili – spiega Samuele
Robbioni, mental trainer della societa’ -. Sono dieci bimbi dai
sei agli undici anni con difficolta’ da punto di vista cognitivo,
comportamentale, relazionale che verranno allenati da un
allenatore del nostro settore giovanile che verra’ affiancato da
un educatore esperto di terapia comportamentale. E la cosa bella
e’ che oggi hanno ricevuto la nostra divisa la nostra borsa e la
tessera di appartenenza”.
“Abbiamo aderito a questo progetto perche’ crediamo
nell’efficacia e nel potere riabilitativo del lavoro di gruppo –
ha sottolineato la neuropsichiatra infantile Nadia Fteita – che
utilizziamo gia’ da alcuni anni con i nostri pazienti con
disabilita’ intellettiva e disturbo autistico. Abbiamo raccolto
questa sfida per portare i nostri pazienti a vivere un’
esperienza sportiva vera in un contesto sportivo vero con tutte
le attenzioni e gli stimoli adeguati alle loro difficolta’
nell’auspicio che cio’ contribuisca al loro percorso di crescita.
Crediamo che cio’ aiuti le famiglie a individuare ancora di piu’
le potenzialita’ dei loro figli”