Siamo tornati a Rosarno ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina insieme a istituzioni, sindacati e organizzazioni agricole per ribadire che l’agricoltura è in prima linea contro il caporalato. La legge che il Parlamento ha approvato senza voti contrari è un passaggio fondamentale. Tuteliamo i diritti di migliaia di persone e difendiamo le aziende agricole oneste dalla concorrenza sleale di chi sfrutta i lavoratori. In questi mesi abbiamo fatto scelte concrete per difendere il reddito di chi vive di agricoltura, diminuendo le tasse come mai era stato prima. Con l’abolizione di Imu, Irap e azzerando l’Irpef abbiamo dato un segnale chiaro di sostegno al settore primario. Allo stesso tempo abbiamo aumentato i controlli nei campi del 60% e i risultati iniziano ad essere evidenti. Nel secondo trimestre del 2016 abbiamo registrato un aumento di 53mila occupati in agricoltura, con un incremento di 30 milioni di ore lavorate. Numeri che parlano anche della lotta al lavoro nero. E nello stesso solco va la legge contro il caporalato, perché la battaglia per la legalità deve coinvolgere tutti. Questo perché diritti dei lavoratori e difesa del reddito degli agricoltori per noi sono parte della stessa battaglia.
Adesso possiamo e dobbiamo agire uniti per non avere mai più schiavi nei campi”.
LE PRINCIPALI NOVITÀ DELLA LEGGE
INASPRIMENTO DEGLI STRUMENTI PENALI
Con l’intervento normativo si stabiliscono nuovi strumenti penali per la lotta al caporalato come la confisca dei beni come avviene con le organizzazioni criminali mafiose, l’arresto in flagranza, l’estensione della responsabilità degli enti. In Senato è stato introdotto l’allargamento del reato anche attraverso l’eliminazione della violenza come elemento necessario e che rendeva più complessa l’applicazione effettiva della norma. La nuova legge prevede anche la responsabilità del datore di lavoro, il controllo giudiziario sull’azienda che consentirà di non interrompere l’attività agricola e la semplificazione degli indici di sfruttamento.
INDENNIZZI PER LE VITTIME
Per la prima volta si decide di estendere le finalità del Fondo antitratta anche alle vittime del delitto di caporalato, considerata la omogeneità dell’offesa e la frequenza dei casi registrati in cui la vittima di tratta è anche vittima di sfruttamento del lavoro.
RAFFORZATA LA RETE DEL LAVORO AGRICOLO DI QUALITÁ
Viene rafforzata la operatività della Rete del lavoro agricolo di qualità, creata nel 2014 con il provvedimento Campolibero e attiva dal 1 settembre 2015. Con la norma si estende l’ambito dei soggetti che possono aderire alla Rete, includendovi gli sportelli unici per l’immigrazione, le istituzioni locali, i centri per l’impiego, i soggetti abilitati al trasporto dei lavoratori agricoli e gli enti bilaterali costituiti dalle organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori in agricoltura. In sostanza si introducono nuove vie sperimentali di intermediazione del lavoro agricolo, affinché si promuova la legalità e il rispetto dei diritti dei lavoratori. Allo stesso tempo si stabilisce l’estensione dell’ambito delle funzioni svolte dalla Cabina di regia della Rete stessa, che è presieduta dall’Inps e composta da rappresentanti di sindacati, organizzazioni agricole e Istituzioni.
PIANO DI INTERVENTI PER L’ACCOGLIENZA DEI LAVORATORI AGRICOLI STAGIONALI
Con la nuova legge le amministrazioni statali saranno direttamente coinvolte nella vigilanza e nella tutela delle condizioni di lavoro nel settore agricolo, attraverso un piano congiunto di interventi per l’accoglienza di tutti i lavoratori impegnati nelle attività stagionali di raccolta dei prodotti agricoli. L’obiettivo è tutelare la sicurezza e la dignità dei lavoratori ed evitare lo sfruttamento ulteriore della manodopera anche straniera. Il piano presentato dai Ministeri del lavoro e delle Politiche sociali, delle Politiche agricole alimentari e forestali e dell’Interno sarà stabilito con il coinvolgimento delle Regioni, delle province autonome e delle amministrazioni locali nonché delle organizzazioni di terzo settore.