Venti giorni fa ci fu un corteo pacifico, una manifestazione organizzata lo scorso 11 giugno da un comitato spontaneo di cittadini del comune di Casaluce (CE). Il sindaco aveva preso una particolare decisione, quella di utilizzare un bene confiscato alla camorra per ospitare gli emigranti tramite la costituzione di un centro accoglienza, piuttosto che restituire il bene ai cittadini per scopi socialmente più vicini alla popolazione locale. Il comitato si mosse partendo dal sito individuato dall’amministrazione, attraverso le strade del paese, fino alla piazza dove risiede il sindaco. “Il nostro comitato è stata l’unica forza presente all’evento, nonostante l’appello rivolto alle varie associazioni e alle forze politiche locali, ma nessuno ha dato riscontro, e le ripetute domande dei nostri organizzatori al sindaco e al gruppo di opposizione non hanno avuto alcuna risposta“. Il primo cittadino del paese casertano aveva sostenuto semplicemente che la decisione è nata a seguito di una imposizione del Prefetto di Caserta, ma a questo punto l’organizzazione chiede che la questione sia affrontata in sede di consiglio comunale, in una seduta speciale aperta alla popolazione del paese, in modo che si possa affrontare apertamente il problema. “Se il sindaco conferma che la decisione è stata dovuta a una imposizione“, continuano gli organizzatori della manifestazione, “siamo disponibili a sostenerlo, per il bene della collettività.”